L’ASSEMBLEA POPOLARE DI BUSTO ARSIZIO NUOVAMENTE SOTTO ATTACCO DA PARTE DELLE AUTORITÀ
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La Procura richiede la “Sorveglianza speciale” per uno di noi!
Ieri, ad un ragazzo dell’Assemblea Popolare di Busto Arsizio è stata notificata la richiesta di “Sorveglianza Speciale” della durata di 3 anni. A proporla è la Procura di Busto Arsizio. La stessa Procura che aveva emesso il foglio di via, sempre alla stessa persona, poi cestinato grazie alla vittoria del ricorso al Tar.
La Sorveglianza Speciale è una “misura di prevenzione” volta a tutelare la cosiddetta “pubblica sicurezza”, ed è solitamente richiesta sulla base di sospetti, e non di reati specifici. Consiste essenzialmente nell’isolamento sociale dell’individuo colpito, e può prevedere restrizioni come il rientro notturno, presentarsi in caserma ogni tot giorni e anche il sequestro della patente. Un aspetto davvero pesante è il divieto di partecipare a qualsiasi evento pubblico come manifestazioni, assemblee ecc.. Un sorvegliato speciale può vedere un numero limitato di persone e non può frequentare bar, locali, piazze e altri luoghi, non è permesso avere alcun tipo di contatto con pregiudicati.
Se si viola una di queste disposizioni è previsto l’arresto.
Le motivazioni della richiesta si basano sulla costruzione di una presunta pericolosità sociale dell’imputato, la cui “colpa” sarebbe quella di aver partecipato attivamente, da tempo, a diversi momenti di piazza ma soprattutto, secondo chi scrive, aver avuto “il ruolo di leader durante le manifestazioni non autorizzate” dello scorso autunno. Ricordiamo, invece, che chiunque partecipi alla nostra assemblea popolare ha come caposaldo quello dell’orizzontalità non solo come metodo organizzativo ma anche come orizzonte e di questo non possiamo aver dubbio.
Inoltre, è proprio la stessa orizzontalità ad aver caratterizzato e reso incontrollabili e forti (e forse per questo così duramente punite) le mobilitazioni che in quel periodo raggiungevano il loro apice.
Non possiamo in alcun modo tollerare un’azione di questo tipo, ovvero un evidente sdoganamento della repressione d’ideali politici e sociali.
Come se non bastasse, la prima udienza è stata fissata per Mercoledì 15 giugno, rendendo praticamente impossibile organizzare una difesa seria e strutturata.
Vogliamo far sapere alle forze dell’oppressione che noi non ci fermeremo mai e non ci arrenderemo di fronte ai loro vili attacchi.
A tutti coloro che ci seguono e partecipano attivamente vogliamo ricordare l’importanza della solidarietà e della continuità della lotta, non possiamo fermarci, dobbiamo continuare la lotta e supportare chi subisce, come in questo caso, la repressione.
Seguiranno aggiornamenti!