Tratto da <Medicina maledetta ed assassina> edizione originale Parigi 1992, edizione corrente ACRATI, Bologna 2020, p.52,55
1. La morte non esiste soltanto, naturalmente, nella fine della vita biologica, ma altrettanto nella paresi costante della sopravvivenza. La società capitalista neomoderna uccide soprattutto con la glaciazione. Ma la società è articolata in parti.Anche la medicina uccide.
2. Ti spacciano la resistenza contro la morte per vita: per non farti morire ti impediscono di vivere e, spesso, dopo averti abbindolato, cedono le ideologiche armi e desistono, consolati, rinfrancati e giustificati dall’inevitabile e inconfutabile verità: tutti prima o poi dobbiamo morire.Peccato che in nome della battaglia contro la morte vengano sacrificate tutte le pulsioni vitali. Peccato che così si glorifichi solo la statistica: aumenta il tempo medio della vita, cioè della non morte.
3. Ti smontano, ti aprono, ti studiano, ti riattaccano, ti<donano> o ti fanno <donare>, ti amputano e tutto con l’unico e fondamentale intento di restituirti al mondo della produzione/fruizione. L’importante è che tu sia funzionale. Non soltanto funzionale all’essere inorganico che ti domina e ti coarta, non soltanto al capitale come <soggetto> fuori in positivo ( e impositivo), ma ancor più e sempre più a quell’idea di umanità che si nutre solo di astrazioni e di protesi, nemica degli uomini concreti, materiali.
4. In questo contesto mai, proprio mai, l’uomo è paradigma di se stesso: si desume il necessario non dalla qualità della vita ma dalla quantità di riproduzione capitalista che il soggetto in questione è in grado di porre in essere. Quando l’individuo non è più utile come agente della riproduzione allargata e iterativa, viene sfruttato nella sua stessa carne: diventa materia prima di un ciclo ri/lavorativo. Gli ospedalizzati, come i carcerati, come gli eccetera, divengono materia prima su cui costruire l’edificio utevole delle riproduzioni, nell’insana utopia del trionfo delle protesi e della clonazione.
5. L’ospedale è il luogo dello sfruttamento medicale anche se non è il solo. Esso è comunque l’ennesima istituzione totale all’interno della quale si provvede a rimettere in funzione quelle macchine usurate dal sistema di spoliazione che le pretende al suo servizio. E qualcuno si lamenta che simili luoghi siano poco umani e pretenderebbe di <umanizzarli>: come se questa pratica potesse avere qualcosa di umano. Come se il capitale fosse umano. Come se la medicina potesse tornare ad essere umana, senza una svolta storica e radicale.
6. La medicina ti parcellizza. Ti studia a pezzi. Ti frantuma e ti <vive> come un insieme di componenti isolabili e potenzialmente sostituibili. E anche questo è tutto fuorché umano. Si pensa, invero, che dietro ad uno stomaco, un cuore, un cervello o un dente ci sia un uomo nelle sue particolarità e individualità, ma è uomo astratto, funzionale, scisso dai suoi desideri e assai spesso dai suoi bisogni, Si agisce non senza aver studiato e approfondito le singole patologie, si <opera>. E poco importa se il tuo nuovo cuore sia stato di uno che con te non aveva niente a che fare e che magari pure tu, e a ragione, potevi detestare. Adesso ti sta dentro. E non ti resta che ringraziare. L’importante è vivere, cioè sopravvivere. Come non interessa. E non potrebbe essere altrimenti perché, come è noto, al capitale, specie nella sua fase neomoderna, non interessa il lato qualitativo della vita, né può interessargli. Anche della tua.
7. Quelle branche della medicina che apparentemente tentano un approccio complessivo, o sedicente tale, alla cura della salute, sono tuttavia principalmente disumanizzaznti: continuano a vedere soprattutto le patologie e mai il malato, se non, ancora una volta, come tipologie concettualizzate, dissanguate e scarnificate.
8. Le case farmaceutiche ammazzano anch’esse. Uccidono mentre curano. Curano mentre uccidono. La spirale è perversa. E non solo perché continuano a produrre medicinali perlopiù inutili, se non dannosi,, o perché continuano a sperimentate gli stessi medicinali su animali o persone con o senza il loro consenso (per quanto riguarda gli uomini s’intende, anche se il <consenso> è una delle maggiori mistificazioni pseudodemocratiche, fronte ai bombardamenti ideologici che ognuno di noi subisce fin dalla nascita. Ciò non riguarda gli animali perché essi, si sa, sono stupidi e devono essere sottomessi alla ragione della Scienza. E l’attuale pretesa di rivendicare i<diritti degli animali>, come va di moda, sarà ridicola finché non sarà instaurato il diritto alla felicità e all’ozio degli esseri umani. E’ assurdo porsi come tutori degli animali, magari antropomorfizzandoli. In realtà sono soci, alleati, complici nella sfida contro l’inorganico). Ammazzano soprattutto perché costituiscono una delle basi principali di quella riproduzione capitalista fondata sull’uso parziale ed oggettivato della ricerca scientifica. Quello che si scopre diventa normativo. Si costruiscono modelli. E si inventano malattie per poterle curare. Anche qui l’importante è la coercizione della pulsione vitale. Schiavettoni alla vita per impedire che muoia.
9. S’impone un chiarimento. Non sia mai che qualcuno intenda questa apologia della vita come una generica difesa della vita qualunque essa sia. Che sia chiaro: è la qualità che conta, che garantisce ed autorizza a chiamare vita un insieme di cellule altrimenti indefinibile(letteralmente). La vita è poiesis. In questo fare e farsi, la vita si determina, si configura, a volte si raffigura. L’essere vivente pone un’unità inscindibile: quella tra essere e vivente. Il resto è macchina o manichino.
10. Ma ci sono anche le nuove medicine. Ce n’è pure per loro. Sotto mentite spoglie, le varie ideologie omeopatiche, le medicine indiane, le massoterapie e le agopunture, ripropongono le medesime truffe. La falsa medicina olistica è sempre eterodiretta ed eterosfruttata, sanzionatrice e ancor più sistema di sfruttamento, economico ma soprattutto ideologico.
11. Il sacerdozio delle nuove medicine è alternativo a quello delle medicine consolidate solo all’interno del madesimo sciamanesimo. Come gli anglicani rispetto ai cattolici, o i mesulmani rispetto ai cristiani. L’unica medicina veramente alternativa è quella che pone come base il trionfo del corpo e la distruzione di tutti i suoi nemici.
12. La medicina costituisce uno dei momenti di attacco più evidenti al corpo umano. Il capitale si esplicita attraverso i suoi dottori e scienziati, esercito in prima linea nella guerra, vera risoluzione finale, che il capitale muove all’essere vivente. Malattia, questa sì, terminale. Ancora una volta e non ci stancheremo mai di sussurrarlo e gridarlo, siamo di fronte ad un aut-aut: o con l’uomo o con il capitale. O con l’uomo o con la medicina.