Portare a sintesi le lotte
Abbiamo letto il comunicato dei lavorator* della Gkn, che incolliamo qui sotto e che proprio come femministe ci è piaciuto molto. Va molto di moda parlare di intersezionalità come andava di moda contaminare, intersecare, condividere…ma il problema invece è portare le lotte a sintesi, vale a dire lottare in ogni ambito contro quelli che sono i cardini dell’oppressione e dello sfruttamento neoliberista <Chi parla di indennizzi e di ammortizzatori si mette quasi sullo stesso piano di chi ci vuole chiudere. Noi siamo in fabbrica, questa è casa nostra, da qua non ce ne andiamo. Qualsiasi altra cosa che verrà, sarà il risultato della nostra disperazione economica, non di certo della lotta. Ma l’obiettivo della nostra lotta è solo e soltanto bloccare i licenziamenti. Qua e ovunque.> Questo ci dicono e noi rispondiamo che hanno ragione e che come femministe dire basta alla violenza patriarcale significa autorganizzarsi, basta pietire, basta vittimizzazione e richieste allo Stato, il corpo è nostro, è casa nostra, e non intendiamo delegare a nessuno il suo controllo e la sua gestione. Lottare contro il controllo sociale in tutte le sue forme significa portare a sintesi la lotta che stanno conducendo i lavorator* delle Gkn, questa è la nostra solidarietà.
Comunicato dei lavoratori della Gkn
Permetteteci di puntualizzare alcune cose:
1. I lavoratori Gkn non sono 422. Sono oltre 500 perché noi siamo tutti colleghi sotto lo stesso tetto: interni e ditte in appalto.
2. Siamo stati licenziati con una modalità atroce e con una violenza psicologica importante. Questo aiuta a farvi capire che abbiamo a che fare con persone senza scrupoli. Tuttavia chi si concentra solo sulla modalità con cui siamo stati licenziati, si concentra sulla forma e non sulla sostanza.
3. Chi parla di “caso specifico” Gkn si mette quasi sullo stesso piano di chi ci vuole chiudere. Ma soprattutto mette in pericolo tutti i lavoratori di questo paese. Perché nega implicitamente che siamo gli ultimi di una lunga serie e i primi di una ulteriore serie di chiusure e delocalizzazioni.
4. Se sfondano qua, sfondano da tutte le parti. Perché siamo una grossa azienda e siamo organizzati. Immaginatevi aziende piccole e meno organizzate.
5. Chi parla di indennizzi e di ammortizzatori si mette quasi sullo stesso piano di chi ci vuole chiudere. Noi siamo in fabbrica, questa è casa nostra, da qua non ce ne andiamo. Qualsiasi altra cosa che verrà, sarà il risultato della nostra disperazione economica, non di certo della lotta. Ma l’obiettivo della nostra lotta è solo e soltanto bloccare i licenziamenti. Qua e ovunque.
6. Il Mise venga qua a incontrarci. Le multinazionali delocalizzano, noi invece chiediamo di localizzare la trattativa. Sempre che il Mise abbia il coraggio di reggere lo sguardo di una comunità orgogliosa e non piegata
7. La nostra vicenda si lega indissolubilmente a quella di FCA stellantis. Cosa dobbiamo aspettare per una mobilitazione del settore?
8. A tutti coloro che ci portano solidarietà (circoli Arci, categorie sindacali, singoli lavoratori, ecc) diciamo grazie, grazie, grazie. Non riusciamo a rispondervi né a citarvi tutti senza fare torto a qualcuno. Sarà lunga. Non dimenticateci quando l’attenzione mediatica calerà
9. Proprio per avere un canale di solidarietà più puntuale, nascerà una pagina di solidarietà alla vertenza. Avrete notizie a breve
10 Sciopero generale e corteo nazionale: è quello che stiamo valutando. Avrete nostre notizie
Abbiamo le lacrime agli occhi, mille storie umane da raccontare ma oggi non è questo il punto. Non siamo i poveri operai che vanno a casa. Siamo dignità, orgoglio e resistenza.
Fate un favore a voi stessi unendovi alla nostra lotta.
Insorgiamo.