25 aprile 2021
NON E’ PIU’ TEMPO DI PROCESSIONI
Per molti anni il 25 aprile è stata una ricorrenza per ribadire la lotta antifascista, anche se le Istituzioni comprese quelle partigiane <ufficiali> come l’ANPI si sono da subito espresse a tutela dell’ordine costituito snaturando, e sapendo bene cosa questo significasse, l’essenza stessa della Resistenza come lotta per il rifiuto di istituzioni coercitive, repressive e distruttive delle libertà personali, sociali e politiche e come tentativo di creare una società diversa. Gli anni ’70 sono stati emblematici rispetto a questo modo di strumentalizzare il lascito della Resistenza e di manipolare la storia e la memoria: mentre compagne e compagni riallacciavano rapporti con le partigiane e i partigiani che donavano loro anche le armi che avevano nascosto e che si erano rifiutati di dare allo Stato alla fine della guerra, le istituzioni, in tutte le varie articolazioni comprese quelle così dette di sinistra, demonizzavano la violenza politica, parlavano di opposti estremismi e portavano corone che grondavano menzogna sulle lapidi di chi per la Resistenza aveva dato la vita.
Man mano, dalla fine degli anni ’80, mentre il neoliberismo portava avanti la sua sistematica demolizione dei riferimenti politici, dei principi, degli ideali, degli immaginari per un’altra società, abbiamo assistito ad una trasformazione sempre più drammatica dei significati della ricorrenza tanto che la sinistra antagonista ha finito spesso per manifestare in piazza insieme alle Istituzioni contro un fascismo sempre più identificato solamente con quello in orbace. Qualche sussulto di consapevolezza è avvenuto più che altro per le prese di posizione fuori posto e fuori luogo della Brigata ebraica rispetto alla presenza palestinese nei cortei.
Ormai il 25 aprile è stato ridotto ad un rituale privo di significato o meglio risignificato dalle istituzioni a proprio uso e consumo.
Non è più tempo di processioni. Non è più tempo di corone di fiori. Non è più tempo di discorsi. E’ tempo di verità.
E’ tempo di riconoscere chi è il nemico, vale a dire le istituzioni neoliberiste in tutte le loro sfaccettature, dalla destra tradizionale alla sinistra riformista, vale a dire il PD e accoliti, principali artefici della naturalizzazione del neoliberismo nel nostro paese, che rappresentano il nazismo odierno. Lo Stato etico ha la pretesa di decidere delle nostre vite, di presentarsi come detentore del bene e del giusto, ha l’arroganza di proibire e permettere, aprire e chiudere, di farci spostare o di non farci spostare, di vaccinarci obbligatoriamente per sperimentazione e per profitto, di imporci il pass vaccinale, ha la faccia tosta di dirci che possiamo lavorare ma non ci possiamo divertire, che tutto quello che succede è colpa nostra e ricadrà sulle nostre teste. Vuole fare di noi schiavi/e obbedienti e riconoscenti.
Questo è il fascismo di oggi. Questo è quello contro cui dobbiamo batterci. La posta in gioco è altissima, ne va della nostra possibilità di vivere una vita che valga la pena di essere vissuta.
Non dobbiamo fare processioni di giorno, dobbiamo scendere per le strade di notte.
Saluti e baci, le coordinamente