Responsabil* ma mai ubbidient*!

RIPOSTIAMO QUESTO COMMENTO CHE ABBIAMO TROVATO SUL PROFILO DI UNA COMPAGNA E CREDIAMO VALGA LA PENA LEGGERLO

“Un’amica ha detto:

Questa non è la fase 2, è la fase 1950. L’avvocato del Popolo, con insopportabile e inguaribile paternalismo, ci ha rivelato che la crisi Covid-19 è RESPONSABILITA’ (quindi COLPA) nostra. Non uno straccio di parola sulla riforma del SSN, non una presa di responsabilità sugli errori commessi da amministratori di ogni livello, sulle zone rosse non fatte, sugli interessi criminali di Confindustria che hanno mandato al macello decine di migliaia di persone. No, la responsabilità è dei cittadini e delle cittadine, ammonit@ e bacchettat@ dal Preside del Consiglio che detta la linea del ritorno alla famiglia clanica, piccolo-borghese, eterosessuale, politicamente repressa, dove il welfare non esiste e il lavoro di cura è interamente responsabilità dei membri della famiglia, e soprattutto delle donne, certificata con i legami di sangue e controfirmata sul modello di autocertificazione #41bis vidimato dal Poliziotto di turno che ti ferma (se non ti manganella) e che deve accertare se e quanto il tuo legame familiare e affettivo sia autentico ed impellente. Questa sarebbe la soluzione ad una crisi che non hanno alcuna intenzione di affrontare potenziando (non sia mai RIFORMANDO!) il SSN, potenziando l’istruzione ricerca, nazionalizzando e riconvertendo settori produttivi strategici, predisponendo strumenti di welfare per non lasciare indietro nessun@ e non condannare migliaia di persone alla fame, o al welfare sostitutivo delle mafie (e dei fascisti) che impestano i nostri territori, quindi in ogni caso alla guerra tra poveri.

Tanto per cominciare dal lato più personale ma non ‘individualista’ (perché car* opioninist* facebookari, vi ricordo che anche negli anni Settanta si diceva che il personale è politico, cerchiamo almeno nel ragionamento di non tornare 50 anni indietro per cortesia) chi non ha relazione sentimentali omonormative certificate da una residenza comune o da carte bollate (e magari non ha i parenti dietro l’angolo) può rimanere a casa da sol@ a vita. Chi a casa ha relazioni familiari abusanti, mariti violenti e già prima non poteva andarsene perché non aveva i mezzi economici, ora è semplicemente spacciat@ ma ehi, sta in famiglia, quindi per il governo Conte il problema è risolto! Eh sì, perché oltre al dovere di incontrare (e persino poter invitare ai funerali!) solo persone con le quali si hanno comprovati legami di sangue, tali persone devono necessariamente risiedere nello stesso comune, o Regione. Le ‘famiglie’ composte da figli, figlie, congiunti o legami affettivi che si sono dovuti spostare lontano da casa, quelli non contano niente. Ah e dimenticavo, nella fase 1950 siccome la Famiglia è importante, puoi andare tranquillamente a fare una cena a casa di tua nonna 80enne, cardiopatica e con varie patologie, ma non puoi incontrare un amic@ o un@ partner che sia in salute e senza malattie perché appunto, oltre la famigghia non c’è futuro.

E d’altronde, per forza, dato che di strumenti di welfare, reddito e ricerca che facciano fronte alla crisi qui non c’è nemmeno l’ombra. L’istruzione, la socialità, l’educazione affettiva e la formazione non contano nulla, nemmeno si prova ad affrontarla, semplicemente si mollano bambini bambine e adolescenti nelle mani delle loro famiglie, la formazione superiore è sospesa sine die e manco menzionata, nemmeno accennata dietro allenamenti di sport di gruppo e commercio al dettaglio. A fronte di questa situazione, nei migliori dei casi, ci saranno famiglie colte, con case decenti e spazi ampi, mezzi tecnologici adeguati per garantire l’insegnamento a distanza, alfabetizzazione digitale e livelli culturali abbastanza elevati da consentire di sopperire alla totale mancanza della scuola e della socialità. Se manca una qualsiasi di queste condizioni, se si proviene da una famiglia economicamente, culturalmente o tecnologicamente arretrata, questa è la pietra tombale su un gap d’istruzione e socializzazione che non verrà mai colmato. D’altronde, si è capito che della disuguaglianza, di chi magari un indirizzo di residenza e una casa non ce l’ha, di chi è precari@ e sfruttat@, di chi ha bisogno della sanità pubblica (consultori, ambulatori, ospedali ecc) perché non si può (e non si vuole) permettere prestazioni private, a questo governo, importa meno di zero. E se non riescono a mangiare, che si accontassero dei contributi per la spesa se e quando arriveranno, o ancora meglio dei pacchi alimentari donati da associazioni e mutualismo socialismo che, volenti o nolenti, finiscono per fare da ammortizzatori sociali e levare le castagne dal fuoco alle istituzioni che di tali situazioni dovrebbero farsi carico.

E a fronte di questo, “Nessuno pensi di fare assembramenti!”, ci dice il paternalista presidente del Consiglio. Nessuno pensi di incazzarsi per reclamare i propri diritti, di manifestare in modo responsabile e sanitariamente sicuro il proprio dissenso, perché il manifestante e il runner sono gli untori par excellence, benché non esista UN singolo caso di studio o aneddotica che dimostri che, qui in Italia, qualcuno sia stato contagiato dal runner che correva da solo sotto casa inseguito dai droni, o da coloro che in queste settimane hanno dimostrato pubblicamente il proprio dissenso. E se vi manganellano, vi denunciano e vi reprimono, ringraziate e state zitt@, che quelli sono ‘normali’ controlli di polizia e delle autocertificazioni, come detto per esempio a Milano, così come è normale che i detenuti e le detenute schiattino ammazzat@ nelle carceri o dal Covid-19 o dai secondini senza alcune indagine perché si sa, erano tutti drogati e sono morti d’overdose, così come è lampante che Cristo s’è morto de freddo.

Premesso tutto ciò, io non mi aspettavo nulla nemmeno prima da questi figuri, ma così mi pare troppo. Chi vuole rimanere a casa e osservare religiosamente il lockdown sperando che, senza un minimo piano di prevenzione, pianifcazione e tutela di massa, il virus se ne vada, lo faccia. Con tutti gli altri, responsabili ma mai ubbidienti, ci vediamo presto in città.”

M.Z.

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