“Il tempo delle cavallette”
Le telefonate sono tutte registrate, questo indipendentemente dal fatto che ci sia un’indagine in corso e sono archiviate e vengono tirate fuori quando servono. E’ un dato che caratterizza la nostra società. Le telecamere di sorveglianza sono invasive oltre ogni misura, le motivazioni sono sempre nobili e passano attraverso gli utili idioti che dicono che tanto se non c’è niente da nascondere non si ha nulla da temere. Le prossime mosse saranno l’installazione in tutti gli ambienti pubblici e perché no anche nei condomini e perché no perfino nelle case. L’alibi sarà che la maggior parte delle violenze avvengono in famiglia. Come del resto l’invasivo controllo della velocità su strade e autostrade che serve a far fare cassa ai Comuni ma la motivazione nobile è la nostra sicurezza.
Viviamo, e lo sarà sempre di più, in un controllo serrato ventiquattro ore su ventiquattro in ogni momento della nostra vita. Le cimici ambientali sono diffuse e non solo e non soltanto per un’indagine magari con l’autorizzazione della magistratura ma anche negli spazi e nei locali pubblici. E il motivo vero è sempre e soprattutto il controllo dell’antagonismo e del dissenso in una situazione in cui le forze di polizia in tutte le loro articolazioni si sono affrancate dalla direzione politica e conducono una vita propria e si muovono a tutela delle corporazioni di cui fanno parte.
Indipendenza delle istituzioni poliziesche che non sono più in rapporto gerarchico con quelle politiche e che, ferma restando l’autonomia della gestione degli affari di propria competenza, continuano a lavorare in maniera subalterna agli Stati Uniti e, fatto nuovo, anche a Israele. I poteri forti utilizzano e strumentalizzano ogni possibile manifestazione di dissenso a partire dalla forma più compiuta di lotta di classe che c’è stata in Italia negli anni ’70 e ’80 cioè il fenomeno della lotta armata che non viene raccontata per quello che è ma viene attribuita ai servizi stranieri. E qui la fantasia si esprime compiutamente addebitando la etero direzione di quello che è accaduto ai servizi francesi, tedeschi, inglesi e via andare. Pertanto chi ha subito le torture, è stato ucciso/a, si è fatto anni di carcere e magari ci sta ancora, sarebbe anche stupido e masochista. Intanto tutti gli anni nell’anniversario delle stragi compiute in Italia, a partire da quella di piazza Fontana, il presidente del consiglio e il ministro degli interni di turno auspicano rivolti non si capisce a chi dato che sono loro detentori di quel sapere, che si faccia chiarezza.
La degenerazione politica invade tutti i campi.
L’Italia è stata devastata dal passaggio di un’ondata di cavallette che ha fatto terra bruciata di tutto quello che caratterizzava l’economia e l’organizzazione sociale del nostro paese. Ci hanno messo diversi anni a mangiarsi tutto le cavallette del PD per conto delle multinazionali e a non lasciare che macerie.
La sanità è smantellata, concorsi pubblici non se ne fanno più e quelli che vengono fatti sono risibili, la distribuzione seppure squilibrata della ricchezza è venuta meno, la scuola pubblica e gratuita è un miraggio, la liquidazione e le pensioni sono ad altissimo rischio e tutto questo sempre per gli stessi motivi nobili e fuorvianti: la sanità pubblica sarebbe fonte di ruberie e va gestita in maniera manageriale, l’istruzione va modernizzata e adeguata agli standard europei, i dipendenti pubblici sono fannulloni, la liquidazione e la pensione ci hanno fatto vivere al di sopra delle nostre possibilità e, con uno stravolgimento nei termini e nei fatti, la serena vecchiaia non è più legata ad una indipendenza dalle preoccupazioni economiche ma alla presenza dell’esercito nelle strade. Che poi i pensionati abbiano difficoltà ad arrivare alla quarta settimana e non riescano a mantenere la casa che facendo i salti mortali si sono comprati è un dettaglio chiaramente trascurabile. Le risorse vanno tutte indirizzate verso la “difesa della patria” e “la sicurezza del cittadino” perciò aumento delle spese militari, assunzioni continue di personale in divisa e missioni all’estero che comportano oneri pesanti, ma si sa, per la difesa della nazione e la nostra sicurezza sono soldi ben spesi!
E’ stato tutto un rincorrersi per realizzare questi obiettivi.
Le vicende di Bibbiano rivelano altresì che i servizi sociali hanno preso dei connotati polizieschi così come l’Agenzia delle Entrate che ha trasformato la Guardia di Finanza in una protesi identitaria. Ma guai a raccontare tutto questo perché il mantra che viene propagandato è che i servizi sociali tutelano i minori e i più deboli e l’Agenzia delle Entrate prende ai ricchi e ai disonesti per dare ai poveri e che i condoni fiscali non sarebbero tentativi più o meno riusciti di restituire se non altro ad una “normalità borghese” il rapporto tra cittadini e Stato ma modi per aiutare furbi e pescecani.
La società che è stata costruita in questi anni dai governi che si sono succeduti è improntata a valori fascistoidi, legalitaria, securitaria, razzista, incapace di ogni analisi politica e pericolosamente succube di ogni lettura di pancia che venga sbandierata dai media mainstream.
Il tentativo di frenare questa marea montante si è esaurito ed è fallito con il governo giallo-verde come era facilmente prevedibile. Da una parte per la pavidità del M5S che ha ceduto su tutto non mantenendo nessuna promessa elettorale e che aveva in nuce dei vizi palesi come l’adesione acritica alla meritocrazia, al legalitarismo e ad un moralismo d’accatto, dall’altra per la Lega che si è manifestata compiutamente per quello che è al di là delle parole demagogiche cioè portatrice di un discorso raffazzonato di destra deviato sul tema degli immigrati, della chiusura delle frontiere, sulla difesa del territorio nazionale, sulla moralizzazione della politica ma collusa e complice del progetto neoliberista che in Italia ha la caratteristica in campo economico di farsi dettare la linea dall’unione europea, maniera elegante per dire dalla Germania, mentre in campo internazionale e geopolitico è supina e acquiescente alla politica americana. Non c’è speranza per la piccola e media borghesia, non c’è speranza per il piccolo e medio imprenditore alle cui aspettative questo governo avrebbe dovuto dare risposta. Il proletariato e il sottoproletariato, poi, sono stati rimossi dall’agenda politica.
E come reagiscono quelli che, bontà loro, si autodefiniscono di sinistra? Si rifugiano in un antifascismo di facciata che identificano nel passo dell’oca, nel saluto romano e nei gagliardetti e chiudono gli occhi sul fascismo odierno che si diffonde a macchia d’olio e si sta realizzando nella società attuale con una fascistizzazione diffusa del comune sentire. Poi ci sono quelli più raffinati che si leggono colti e incliti e si rifugiano in dotte elucubrazioni sul sesso degli angeli, in sottilissime analisi e si guardano bene dal prendere posizione e dallo schierarsi perché è tanto disdicevole e politicamente scorretto! E quei pochi che uniscono il rigore intellettuale ad una posizione di classe vengono avvolti in un silenzio assordante come Illuminati, Morvillo, Ovidi, Steccanella e pochi altri come altresì quelle poche realtà femministe e/o di movimento che si sottraggono alla vulgata vincente asservita al pensiero dominante. Eppure il femminismo avrebbe ed ha gli strumenti per svelare i meccanismi di asservimento di questa società e gli anticorpi da mettere in campo per colpire il sistema nei punti vitali. Potrebbe essere veramente strumento di liberazione di tutte e di tutti data l’esperienza secolare che si porta sulle spalle, esperienza di lotta contro uno specifico che è molto simile a quello neoliberista.
Doversi meritare qualcosa, cercare di dare sempre il meglio di noi stesse, compiacere chi ci fa una richiesta, dipendere dal giudizio che viene dato su di noi e sul nostro operato, riconoscere la giustezza del ruolo sociale che ci viene assegnato, cioè il principio meritocratico e la conseguente colpevolizzazione e lo stigma, sono stati da sempre gli strumenti attraverso i quali siamo state asservite e sono strumenti potentissimi di controllo sociale. E quando le donne si sono sottratte sono state sempre duramente punite con l’esclusione sociale, con la reclusione, con l’induzione al suicidio o alla pazzia con la morte o sul rogo per mano del potere o per mano dei maschi di famiglia, padri, mariti, fratelli, zii.
Nella società vittoriana la prostituzione era considerata la punizione per le donne colpevoli. Se una donna si prostituiva voleva dire che aveva fatto qualcosa di delittuoso e, allo stesso tempo se una donna commetteva una mancanza grave rispetto alla scala di valori sociale, allora il suo unico destino era la prostituzione perché nessuno le avrebbe mai più dato asilo, accoglienza o aiuto.
Il neoliberismo si muove con le stesse modalità forte dello strumento del politicamente corretto portato in dote dalla socialdemocrazia. E’ sempre colpa del cittadino/a, degli individui irresponsabili e dannosi…il pianeta è inquinato e devastato? è colpa tua perché non fai la raccolta differenziata, usi troppa corrente elettrica….le città sono affogate nel traffico? è colpa tua perché non prendi i mezzi pubblici… gli uffici pubblici non funzionano? è colpa dei lavativi e dei furbetti…i migranti scappano dai loro paesi distrutti da “guerre umanitarie” e carestie? è colpa tua che mangi troppo, che vuoi avere uno stile di vita agiato ma alle spalle dei popoli del terzo mondo…la città è sporca? è colpa tua che butti le cartacce per terra… non c’è lavoro? è colpa tua che hai solo pretese e pensi che ti sia tutto dovuto… e infine per quadrare il cerchio… sei povero/a? è colpa tua che non ti sai valorizzare e proporre in una società che invece ti fornisce delle possibilità infinite e, comunque, sei uno/a scansafatiche, pretenzioso/a e in fin dei conti pericoloso/a perché non ti rendi conto che la colpa è tua. E ti devi convincere che anche la soluzione può essere solo tua: assistenti sociali, psicologi, psicofarmaci, Tso e autorepressione.
E in ogni caso ci penseranno i tuoi vicini a controllarti, denunciare i tuoi comportamenti, farti rientrare nei ranghi.
Vogliamo parlare della legalità e del legalitarismo?
Noi sappiamo quanto male e quanto dolore ha portato e porta il legalitarismo nella vita delle donne. Senza andare tanto lontano nel tempo, perché altrimenti dovremmo parlare di tutte le leggi che nei secoli ci hanno costrette a forza nel nostro ruolo con pene severissime, ostracismo e morte, ci basti andare indietro di pochi anni se per caso dovessimo avere la memoria labile e riflettere su quello che sta succedendo ora.
Potrebbe sembrare che quella che viene chiamata emancipazione femminile sia un percorso lento ma ineluttabile. Invece non è affatto così perché le conquiste sono il frutto delle lotte e non solo non sono per sempre, ma possono essere annullate molto facilmente…basta una nuova legge quando il rapporto di forza diventa molto sfavorevole. Non è l’evoluzione che fa la storia, sono i punti di rottura.
La normatività e la normalizzazione sono l’esigenza di chi detiene il potere, più il potere è autoritario più c’è un proliferare di leggi e di norme che soffocano ogni momento della quotidianità. In pratica è necessario smascherare quella che è l’essenza dello Stato autoritario, la richiesta di ordine e di legalità che è divenuta debordante. Si omette che lo Stato possiede il monopolio della forza che pretende legittima e la esercita in maniera tale da essere legale perché legalmente convalidata. La ri-legittimazione del dominio si presenta come una necessità prioritaria per il capitale e si dispiega attraverso il neocolonialismo nei paesi del terzo mondo e nel disciplinamento e nella colonizzazione del quotidiano e dei territori nelle società occidentali.
L’operazione portata avanti in questi anni dalla socialdemocrazia per conto del sistema di propagandare concetti come legalità, rispetto dell’autorità, sacralità delle istituzioni e delle figure pubbliche, non-violenza, riproposizione del concetto di patria, di nazione, di convivenza civile…ha ottenuto il risultato non solo di far dimenticare che la società è divisa in classi ,ma anche di far perdere completamente il significato di parole come “legge” e “democrazia” che a differenza di quanto ci propagandano non sono altro che la veste pubblica che si dà questo sistema.
Chi non può pagare le bollette si sente ed è percepito/a come “delinquente”, rifiutarsi di pagare le tasse è addirittura foriero di una “scomunica sociale”, rifiutarsi di pagare il biglietto del treno o dell’autobus apre scenari di “pericoloso antagonismo”.
Dobbiamo porre molta attenzione a non essere compartecipi di questa visione autoritaria del sociale. Dobbiamo evitare accuratamente di contribuire a creare stigma e divieti, norme e colpevolizzazione altrimenti il femminismo diventerà anch’esso strumento di repressione e controllo sociale. Non ci si deve prestare ad essere strumento del neoliberismo.
Invece il femminismo che va per la maggiore non lotta contro la normatività asfissiante ma chiede altre norme a tutela del proprio specifico, non lotta contro la meritocrazia ma vuole che le donne nei ruoli svariati che rivestono nella società, soprattutto, mi raccomando, in quelli di comando, di potere o intellettuali e colti, siano riconosciute come brave, produttive e capaci, non si batte contro la colpevolizzazione ma ha la pretesa di instaurare altri divieti e di stigmatizzare tutte e tutti coloro che non si comportano come ritiene giusto ed opportuno. Si agita per la sorte degli immigrati e delle immigrate e per le manifestazioni delle donne in America latina o in Chiapas, ma mai davanti ad una base NATO o contro le missioni “umanitarie” all’estero, non prende mai in considerazione l’idea di <riprendersi la notte>, come va cantando, oscurando le telecamere, eliminando i varchi elettronici, sedendosi per terra in centro a bere e a mangiare esplicitamente in barba al decoro urbano e contestando la presenza dei militari in città. Il femminismo che va per la maggiore non vuole grane, vuole potere e agibilità categoriale. <Spartirsi la torta non è come tirarla in faccia> ha scritto tempo fa una compagna con una definizione molto indovinata. Il femminismo sta cantando il canto del cigno, o si farà carico di una lotta politica che aggredisca i cardini di questa società tracciando un solco profondissimo tra le donne che si svendono al potere e tutte le altre oppure diventerà inviso e disprezzato.
Un governo Lega–M5S era stato il frutto di un’insoddisfazione diffusa, non bene definita, improntata ad un discorso incoerente di destra deviato sul tema degli immigrati, della chiusura delle frontiere, sulla difesa del territorio nazionale, sulla moralizzazione della politica. Un governo M5S-PD, al di là di qualche atto demagogico e utilitaristico tanto per infiocchettare il presunto cambiamento, manterrà gli identici connotati di controllo sociale e di militarizzazione dei territori, accentuerà il discorso ipocritamente moralistico sulla tassazione diretta e indiretta e sulla colpevolizzazione dei cittadini /e, sarà ugualmente asservito alle politiche economiche dell’Unione Europea e a quelle economico-militari della Nato e degli USA.
Tra l’altro la situazione internazionale è molto ingarbugliata perché gli stati occidentali a partire dagli USA sono fortemente indebitati e questi ultimi sia a livello privato che statale e federale. I dati dell’economia americana sono palesemente falsati a partire dai criteri con cui vengono costruiti gli stessi dati statistici. E’ sufficiente lavorare un giorno in sei mesi per essere collocato tra gli occupati. Le azioni quotate in borsa hanno valori palesemente infondati perché i valori attribuiti non corrispondono effettivamente alla loro consistenza sotto nessun punto di vista. I tentativi di trainare l’economia attraverso il volano della guerra ha fatto sì che le guerre si siano infittite tantissimo soprattutto nell’area mediorientale.
L’Europa è in fase di recessione, forse alla vigilia del crack. In particolare la Germania che dell’Unione Europea è stata la mosca nocchiera non esercita più questa funzione dato che è in forte crisi. Le scelte neoliberiste hanno fatto venir meno l’ossigeno del mercato interno e la sola esportazione non è più sufficiente a mantenere i livelli di competitività a cui era abituata. La lotta di classe all’interno della borghesia si è risolta con il successo e l’affermazione della borghesia imperialista o trans nazionale, ma questa ormai ha giocato tutte le sue carte: la disaffezione alla politica ha portato ad un aumento dell’astensionismo elettorale, d’altro canto i referendum valgono finché vanno nella direzione auspicata dal sistema, le elezioni vengono e vanno a seconda se rispondono o no agli auspicati dettami, il controllo poliziesco è diventato serrato e capillare, si è ormai organizzato e realizzato il grande fratello, ma è chiaro che è una società che non funziona nemmeno secondo gli obiettivi che la borghesia transnazionale si era ripromessa. Le popolazioni occidentali impoverite e frustrate hanno perso ogni potere d’acquisto, l’opzione dei mercati del terzo mondo si è rivelata impercorribile perché i paesi emergenti hanno coperto spazi e mercati. La sbornia di onnipotenza dell’iper-borghesia dopo la caduta del socialismo reale comincia a lasciare il posto ad una pericolosa emicrania. Le formule per mantenere il potere politico ed economico si sono esaurite e, pertanto, la tentazione di arrivare ad un confronto “decisivo” si accentua ogni giorno di più. Per inciso, pensare di salvare il pianeta, magari l’ambiente, contro la volontà degli Usa e del grande capitale è assolutamente inconsistente. La tattica della foglia del carciofo cioè di provocare rivoluzioni colorate si è interrotta quando l‘Iran e la Russia sono intervenute a difesa della Siria avendo capito che le prossime foglie di carciofo sarebbero state prima loro e poi la Cina.
Non solo, quest’ultima non è rimasta isolata ad aspettare l’aggressione per questo o quest’altro motivo, tanto la fantasia non manca alle potenze occidentali, soprattutto agli Stati Uniti, ma ha rinsaldato alleanza e cooperazione con la Russia e gli stati asimmetrici agli interessi statunitensi che sono tutti sotto minaccia più o meno larvata di rivoluzioni colorate, colpi di stato, strangolamenti economici.
I paesi occidentali memori dell’esperienza della seconda guerra mondiale sanno che per il capitalismo la vera soluzione alle crisi è un conflitto mondiale, ma sanno anche che un evento di questo tipo presenterebbe caratteristiche completamente diverse dai precedenti, non ci sarebbe differenza tra fronte e retrovie, tra militari e civili e il suolo nord americano verrebbe per la prima volta coinvolto direttamente. Queste sono le preoccupazioni che hanno impedito finora lo scatenarsi di una guerra mondiale, ma questa opzione viene sempre tenuta in caldo e coltivata. I dottor Stranamore esistono sempre e, in questa stagione, anche la variabile impazzita di Israele.
Per le vicende internazionali vale il discorso fatto per quanto riguarda la lotta armata in questo paese e così le lotte di liberazione nazionali sarebbero state fomentate, finanziate e guidate dall’Unione Sovietica e raccontate non come fatto positivo o comunque oggettivo ma per screditare l’URSS e presentarlo come un paese maneggione, intrallazzatore e comunque interessato alle proprie vicende di espansione internazionale e, quindi, seguendo questa vulgata vincente, risulterebbe che i paesi che si sono proclamati indipendenti in fin dei conti non sono stati capaci di gestirsi e governarsi e hanno saputo produrre solo feroci e sanguinarie dittature. Chiaramente omettendo che contro di loro è stata scatenata ogni sorta di guerra economica e militare, di colpi di Stato e secessioni.
A noi, invece, viene spontaneo dire, parafrasando Lukacs, che il peggior paese a capitalismo di Stato è migliore del miglior paese a capitalismo privato.
Ritornando al nostro sventurato paese possiamo dire che ormai è ridotto al lumicino, le tasse soffocano l’economia, anzi la sopravvivenza stessa della popolazione. Tassazione diretta e tassazione indiretta. Dalle tasse scolastiche ai ticket sanitari, da quelle sulla nettezza urbana al pagamento dell’acqua, dalle bollette esorbitanti al bollo auto fuori misura, dai costi condominiali gravati da ogni più svariato balzello alla vera e propria persecuzione tributaria sulle seconde case, dai costi dei parcheggi, dei carri attrezzi selvaggi, delle ZTL che hanno trasformato le città in ghetti…dal canone rai sulla bolletta che va pagata su ogni utenza della luce sempre che non si faccia una esplicita denuncia di non avere il televisore, alle multe che sono diventate eccessive, costose e debordanti e hanno trasformato i cittadini in delatori dato che si deve denunciare con tanto di raccomandata chi era al volante in caso di infrazione con decurtazione dei punti sulla patente e se questo non viene fatto si paga una penale di quasi 300 euro. Che si tratti di una discriminante di classe è evidente anche ad uno sprovveduto, ma nessuno/a dice niente. La tendenza alla delazione è sempre più coltivata a cominciare dalle promozioni per merito e dalla rimozione delle promozioni per anzianità. Il cittadino/a non è più padrone neppure del proprio corpo, del proprio viso, dei propri sogni, dei propri desideri e speranze, bisogna fornire le impronte digitali per avere la carta d’identità, scannerizzare il proprio volto per il tesserino lavorativo, siamo merce come le altre merci, prima o poi ci metteranno un chip all’orecchio e non potremo neppure scappare, verremo tracciati ovunque. E tanto meno siamo padroni dei nostri soldi dato che vorrebbero abolire definitivamente il contante in modo da monitorarci, intrecciare dati, confrontare spese, spulciare ogni nostro acquisto in modo spremerci come limoni con la caccia all’evasore fiscale. Ma lo sanno anche i bambini che i grandi gruppi economici o chi ha veramente il denaro non pagherà mai. Sono loro che detengono il potere. La persecuzione è destinata solo alla gente comune. Allo stesso tempo sapere cifre vere sulle spese militari o sui costi effettivi delle basi NATO in Italia è praticamente impossibile perché sono occultate sotto mille voci di tutt’ altra natura, come sapere a quanto ammontano le spese sproporzionate per l’acquisto e la costruzione di aerei e navi da guerra mentre si lamenta ad ogni piè sospinto la difficoltà economica del paese e si proclama che l’IVA non sarà aumentata e non si ricorda affatto che l’IVA è anticostituzionale perché tradisce nello spirito e nei fatti la costituzione che prevede una tassazione progressiva agganciata al reddito…e potrei continuare all’infinito.
Bisognerebbe citare Gramsci che riteneva si dovessero unire tutti coloro che erano antifascisti perché attualmente si dovrebbero unire tutti quelli che sono contro il neoliberismo e, invece, su tutto questo il silenzio è assordante.
La situazione è tale che quando si racconterà questo periodo storico si faranno i necessari e doverosi accostamenti con la tassa sul macinato che tanta miseria portò all’Italia e costrinse alla massiccia emigrazione. La differenza è che allora furono colpiti i contadini che rappresentavano la maggioranza della popolazione, in questa stagione è colpita la piccola e media borghesia acculturata e non e quasi tutti e tutte fanno finta di niente per acquiescenza, per ignominia, per la coltivazione del tornaconto immediato e personale, ficcano a testa sotto la sabbia e aspettano…che cosa? si aspetta qualsiasi soluzione anche militare facendo finta di non sapere che in una eventuale guerra l’Italia sarà uno di quei paesi destinati a scomparire territorialmente, economicamente, culturalmente.
Strade diverse non se ne vogliono intraprendere, le vicende del governo giallo verde ne sono la conferma, il governo 5 Stelle-PD seguirà il percorso tracciato dal PD in questi anni ma non è difficile prevedere che si tenterà di coltivare una presunta opposizione di classe magari promuovendo qualche soggetto in fieri come può essere Potere al Popolo per farlo arrivare a quel 6/8 per cento di voti, quel tanto per poter pontificare che in questo paese c’è democrazia, che tutti possono partecipare all’agone politico ed elettorale ma, nella sostanza, per arrivare alla conclusione già scritta dai poteri forti che non c’è alternativa a questa società.