Messico senza legge.Intervista a Patricia Barba
di Geraldina Colotti
Il calvario di Brenda Quevedo Cruz e di altri cinque giovani, sequestrati e torturati per coprire l’ennesimo complotto tra mafia e politica, indica quanto sia pericoloso esercitare la professione di giornalista in Messico per chi abbia a cuore la verità dei fatti. Di questo caso e della situazione politica messicana, a ridosso delle elezioni del 1 luglio, abbiamo parlato con Patricia Barba, giornalista del Portal del Frente de Medios Alternativos Independientes (FEMCAI).
1. Qual è il tuo profilo politico e come si svolge il tuo lavoro?
Il mio profilo politico è decisamente socialista, con una forte componente marxista perché resto convinta che l’essenza di un’autentica democrazia si radichi nel fatto che il prodotto del lavoro (la ricchezza) debba servire al benessere di chi la produce e, in ambito rurale, come diceva il nostro indimenticabile eroe Emiliano Zapata, la terra dev’essere di chi la lavora. Penso che il socialismo sia l’espressione più autentica dell’umanesimo e, perciò, sia la risposta indispensabile al capitalismo predatore che minaccia la vita del nostro pianeta. Per questo dobbiamo fare tutti gli sforzi possibili affinché il socialismo possa estendersi globalmente in quanto sistema politico e sociale più adatto al progresso sostenibile nel mondo. Aver vissuto quattro anni nella Cuba socialista ha rafforzato la mia convinzione.
Attualmente, mi dedico alla diffusione obiettiva e analitica di quel che occorre nei diversi paesi del mondo attraverso il nostro Portal del Frente de Medios Alternativos Independientes (FEMCAI) che ho fondato insieme a due collaboratori, Pastor Delgado e Alberto Ramírez, a luglio del 2014. Il FEMCAI non si occupa solo di tematiche politiche ma anche di dar voce alle vittime di violazioni dei diritti umani che nel nostro paese sono migliaia. Promuoviamo anche il Premio Annuale “Ricardo Flores Magón”, per rendere omaggio a questo uomo eccezionale, uno dei pilastri della Rivoluzione Messicana e del pensiero umanista.
2. Come vedi la situazione politica attuale a ridosso delle elezioni in Messico e quali ne sono gli attori principali?
Ci troviamo in una congiuntura storica perché per la prima volta esiste una possibilità di sradicare il regime neoliberista attuale, vigente dall’arrivo di Carlos Salinas de Gortari in Messico, nel 1982. Salinas aveva un piano di lungo periodo perché dei politici eletti NON dal popolo ma dalle grandi corporations internazionali (io lo chiamo il “Cartello Finanziario Internazionale e i suoi due esecutori, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale) assicurassero alle multinazionali il controllo delle risorse nazionali. Attualmente, competono per la presidenza, per il congresso federale e per quelli statali e per le 9 governazioni, rappresentanti del PRI, PAN, PRD, MORENA e gli “indipendenti” (che non lo sono davvero, ma partecipano per togliere voti a Andrés Manuel López Obrador -AMLO- e ai candidati di MORENA). A causa dell’enorme sfiducia di un gran numero di messicani a fronte dell’alto livello di corruzione, impunità e violenza prodotti dall’attuale regime rappresentato dal PRIANRREDÉ (ovvero dall’unione di 3 partiti maggioritari che si sono accordati per continuare ad appoggiare il regime neoliberista) è molto probabile che vinca MORENA/AMLO. Conta inoltre l’efficace gestione di López Obrador quando è stato governatore del Distrito Federal (oggi Città del Messico). Durante il suo mandato, ha dimostrato onestà e sobrietà nel ridursi il salario e nel ridurlo al resto dei suoi collaboratori, nell’eliminare i privilegi e il lusso, e questo ha portato notevoli consensi a lui e al suo partito. Inoltre, López Obrador ha promosso politiche come quella della pensione per anziani e madri sole, borse di studio per studenti, costruzioni di scuole e l’Università di Città del Messico, ospedali, eccetera. Tuttavia, benché le intenzioni di voto abbiamo mostrato un’indiscutibile vantaggio per MORENA/AMLO, non è la prima volta che si verificano frodi: nel 1988, Salinas arrivò al potere grazie a una frode gigantesca (con il crollo del sistema); nel 2006, Felipe Calderón praticamente rubò la presidenza attraverso trappole nel conteggio dei voti e nel sistema di calcolo dell’Instituto Federal Electoral (IFE); nel 2012, Enrique Peña Nieto comprò circa 5 milioni di voti oltre ad aver speso molti più milioni di pesos rispetto al bilancio consentito per la sua campagna. Noi messicani ci stiamo preparando per evitare la frode che si sta preparando per lo meno dall’anno scorso, e speriamo che le misure che stiamo prendendo siano sufficienti a evitarla. In caso contrario, il Messico continuerà ad avanzare verso la sua totale distruzione come nazione. Devo chiarire che non faccio parte di MORENA, però mi è molto chiaro che costituisce l’unica opzione per rendere possibile, insieme alla partecipazione diretta dei cittadini, la ricostruzione del nostro paese.
3.In questo momento ti stai impegnando per ottenere la libertà di Brenda Quevedo Cruz, in carcere per il Caso Wallace. Un’inchiesta per cui alcuni giornalisti hanno subito forti intimidazioni. Puoi spiegare di che si tratta e perché Brenda si trova in carcere?
Nel 2005, Isabel Miranda Torres (che si fa chiamare “de Wallace”) ha inventato una storia totalmente falsa con l’unico obiettivo di nascondere suo figlio, Hugo Alberto Wallace, ricercato per i suoi rapporti con il crimine organizzato. Per sostenere la menzogna, Isabel rende pubblica un’”investigazione” condotta solo da lei, nella quale denuncia che l’11 e il 12 luglio di quello stesso anno, sei giovani – Brenda Quevedo Cruz, Jacobo Tagle Dobin, César Freyre, Juana Hilda Gonzàlez Lomelí, Albert e Tony Castillo – hanno sequestrato e assassinato suo figlio. L’unica “prova” che presenta è una sola goccia di sangue che viene sottoposta alla prova del Dna e che si rivela corrispondere alla figlia che Isabel ha avuto con Enrique Wallace, sorella di Hugo Alberto. Un dato rilevante non solo perché è incredibile che, in uno squartamento, l’unica traccia sia una goccia di sangue, ma anche perché Hugo Alberto NON è figlio biologico di Enrique Wallace. Siccome non aveva prove per sostenere le sue accuse, Isabel Miranda Torres, che è stata totalmente appoggiata da Vicente Fox, Felipe Calderón e Enrique Peña Nieto, ha usato la Procuraduría General de la República (PGR) per ottenere l’arresto di sei cittadini innocenti che sono stati brutalmente torturati (ad alcune sedute di tortura ha presenziato Isabel) per obbligarli ad autoaccusarsi. I giovani vennero reclusi nei penali di massima sicurezza nei quali non esiste garanzia alcuna di rispetto per i loro diritti. Brenda e sua madre (e i famigliari degli altri cinque) si scontrano con un apparato di “giustizia” che ha violato il debito processo e nel quale si è negata l’applicazione del Protocollo di Istambul a Juana Hilda, che sotto tortura si è autoaccusata insieme agli altri cinque. D’altro canto, siccome Isabel Miranda teme di perdere il controllo della PGR con l’arrivo di un nuovo governo, sta esercitando un’enorme pressione sui giudici perché riconoscano Brenda colpevole. Per questo, è urgente l’intervento degli organismi internazionali.
4. Tu hai anche un profilo internazionalista, sei attiva ora nella campagna #tod@sConMaduro, che sostiene la rielezione di Nicolas Maduro alla presidenza del Venezuela. Perché?
Dal 2008, quando ho fondato il Consejo Nacional de Comunicadores Ciudadanos (CONACC), abbiamo stabilito una relazione diretta con il Venezuela Bolivariano attraverso la sua ambasciata, direttamente con Eloísa Lagonell, che ho intervistato in varie opportunità: con l’obiettivo di contrastare la guerra sporca condotta dal governo di Vicente Fox contro il Comandante Hugo Chávez. Al contempo, abbiamo pubblicato analisi obiettive nel nostro giornale “La Palabra” con lo stesso proposito. E così abbiamo fatto anche con altri paesi, non solo dell’America Latina, ma anche dell’Europa, del Medio Oriente e del Nord Africa mentre lavoravo alla Radio La Nueva República. In seguito, quando abbiamo deciso di fondare il FEMCAI, abbiamo preso contatti con altri colleghi dell’Argentina (Carlos Aznarez e Gustavo Daniel Pescetta), del Venezuela (Jean Araud, América Millán, Alcides Martínez, etc), dell’Uruguay (Rubén Suárez), Guadalupe Lizárraga, negli Stati Uniti, fra gli altri. Nel Femcai abbiamo intervistato diversi colleghi che hanno spiegato in modo obiettivo quel che realmente stava accadendo con la guerra sporca intrapresa contro i governi delle nazioni sudamericane (ALBA, UNASUR) che hanno deciso di adottare politiche pubbliche a favore dei loro cittadini. Attualmente, con le prossime elezioni del 20 maggio, sono convinta che il nostro dovere sia fare ogni sforzo possibile perché venga confermata la gestione di Nicolás Maduro, giacché è la garanzia che l’eredità del Comandante Chávez possa continuare a generare progresso e benessere per tutti i venezuelani. E c’è un altro motivo importante: il Venezuela, grazie all’azione internazionalista di Hugo Chávez, rappresenta un vero pilastro di convergenza tra i governi progressisti nel Continente e a livello internazionale, un rafforzamento del blocco che indebolisce l’egemonia dell’asse Usa-Israele esercitata con l’appoggio complice della Gran Bretagna e della Francia.
5. Da oltre venti giorni, l’ex guerrigliero Jesús Santrich, uno dei dirigenti del partito colombiano Farc, è in sciopero della fame insieme ad altri prigionieri politici. FEMCAI si occupà di questo caso che sta passando sotto silenzio a livello internazionale?
Sulla campagna di sostegno a Santrich e a Simon Trinidad, stiamo preparando un programma per analizzare in dettaglio la situazione dei prigionieri politici colombiani nell’ambito del processo di pace, e poi lo pubblicheremo nel nostro Portal Femcai.