Il poligono militare di Capo Frasca apre al pubblico in occasione della manifestazione “Monumenti Aperti” che domenica 28 maggio interesserà vari comuni fra cui quello di Arbus entro il quale ricade il poligono.
Questa triste novità non ci stupisce, segna però un ulteriore passo avanti verso lo sdoganamento delle forze militari. Così dopo aver sentito che i militari grazie ai poligoni hanno preservato zone vergini della Sardegna, che le guerre in realtà sono operazioni umanitarie, che fare l’assassino in divisa è un lavoro come tanti altri, ci tocca anche sentire che un pezzo di terra, martoriato da decenni, completamente inquinato è un monumento…e quasi quasi vien da dire bene così che aprono i poligoni, almeno la gente vede lo scempio che ci fanno dentro, anche se sarà molto difficile che i militari mostrino le zone più compromesse, infatti pare che sarà visitabile solo la Torre Nuova.
In merito a questo fatto possono essere interessanti le seguenti dichiarazioni: “Questa è la dimostrazione pratica di come attività militari e interessi civili possano coesistere insieme. Questo importante evento – dichiara il delegato del Cocer interforze Antonsergio Belfiori – voluto dal comune di Arbus e sostenuto dallo Stato Maggiore dell’Aeronautica si aggiunge ad altri tasselli importanti come la sospensione delle maggiori interdizioni dall’1 giugno all’1 ottobre in quanto non ci saranno attività esercitative, e la recente vertenza sugli indennizzi dei pescatori con procedure già operative. Tutto ciò si aggiunge all’attuale confronto tra la Difesa e la Regione”.
“Domenica visiterò personalmente il sito aperto al pubblico – ha precisato Belfiori – per sottolineare che militari e civili possono e devono coesistere insieme trovando, laddove necessario, nuove forme di comunicazione e più celeri procedure che permettano un modo più snello e veloce per accedere a questi siti naturalistici di pregio rimasti intatti proprio grazie alla presenza militare e sottratti alla cementificazione selvaggia che ha negativamente caratterizzato il nostro paese”.
Monumenti di morte.