Marzo 1999-Marzo 2017/ Jugoslavia e Dynamic Manta
La socialdemocrazia ha portato in dote al neoliberismo l’impianto teorico del ritorno al colonialismo che, una volta, verteva sulla diffusione della civiltà cristiana, del commercio e del progresso e, oggi, trova giustificazione nei diritti umani, nei mercati e nella democrazia.
Dal 24 marzo al 28 giugno del 1999, la Jugoslavia fu aggredita dall’Alleanza Atlantica guidata dagli Stati Uniti, Bill Clinton presidente e Madeleine Albright segretario di Stato e, non a caso, con i governi inglese, francese, tedesco e italiano a guida socialdemocratica, senza mandato dell’ONU e senza l’approvazione dei rispettivi parlamenti.
Il governo italiano che ha aggredito la Jugoslavia aveva come Presidente del Consiglio Massimo D’Alema, vicepresidente con delega in materia di servizi di sicurezza Sergio Mattarella, Sottosegretario di Stato alla presidenza del consiglio Domenico Minniti, ministro di Grazia e Giustizia Oliviero Diliberto.
L’aggressione alla Jugoslavia è il debutto in società del nuovo concetto strategico della NATO e la sua trasformazione in polizia internazionale che interviene là dove i governi e i popoli hanno l’ardire di sottrarsi o almeno di tentare di sottrarsi al dominio imperiale.
Dal 12 al 24 marzo appena trascorsi, si è tenuta, di fronte alle coste della Sicilia, l’esercitazione navale NATO DYNAMIC MANTA con la partecipazione della marina militare di Stati Uniti, Canada, Italia, Francia, Spagna, Grecia e Turchia. L’Italia è un riferimento strategico importante perché fornisce stazioni aeronavali, marittime e terrestri e punti strategici di rifornimento, partenza e munizionamento.
L’uscita dell’Italia dalla NATO è una necessità imprescindibile e dovrebbe essere posta in qualsiasi lotta venga portata avanti sul fronte interno, sul fronte esterno e anche nel nostro specifico femminista.