17Aprile: Si, fermiamo le trivelle! Perchè amiamo e difendiamo i nostri territori
La feroce propaganda anti-referendum, che mira al non raggiungimento del quorum o alla vittoria del NO e , quindi, al fallimento del referendum stesso , da parte di quello stesso gruppo di potere , politico e finanziario, che supporta tutte le grandi opere definite “strategiche”, depone sicuramente a favore di una più ampia espressione possibile a favore del SI’.
Gli interessi avidi delle potenti lobby che di fatto guidano il nostro Paese , il loro sfacciato disinteresse per i beni comuni e per la salute ambientale e del cittadino , sommati al recente, vergognoso scandalo che evidenzia l’ennesimo fenomeno di “familismo” di cui è affetta la classe politica italiana e che coinvolge proprio la multinazionale Total e le sue attività estrattive in Basilicata, non fanno altro che rafforzare l’idea della bontà di questo referendum e della necessità di esprimere il proprio voto abrogando la legge sulle trivellazioni in mare.
Aldilà del risultato, comunque, questo referendum va inteso come una forte richiesta da parte dei cittadini italiani di un “cambio di rotta” per quanto riguarda le scelte politiche e ambientali di questo Paese. Non solo circa la necessità di abbandonare le fonti energetiche fossili per optare per quelle rinnovabili , ma anche a favore di un maggiore rispetto per l’ambiente, per l’organizzazione di un lavoro più accettabile e a misura d’uomo, per l’attenzione ai beni comuni come l’acqua , per la salvaguardia del suolo , per la cura e l’attenzione verso chi è in difficoltà, per la garanzia dei diritti che spettano ad ognuno , per un’esistenza “lenta” che permetta a noi tutti di tornare ad essere umani.
Abituati a lottare per ciò che amiamo, difendendo i nostri territori giorno dopo giorno, non possiamo esimerci da dire ancora una volta NO ( pur votando il SI’ ) ad opere che mirano esclusivamente a rimpinguare gli interessi enormi di pochi, a discapito della salute e del benessere di intere comunità e territori.