Aspettando Renzi ed Hollande, dall’assemblea di Venezia verso l’8 marzo
Si è svolta lunedì pomeriggio a Venezia l’assemblea cittadina in vista del vertice bilaterale Italia-Francia previsto l’8 marzo prossimo in cui Renzi ed Hollande, tra gli altri temi, andranno a definire gli ultimi dettagli sul protocollo di intesa per il progetto definitivo della Torino-Lione.
La scelta di Venezia, città della grande “abbuffata”, delle tangenti del Mose e dei conseguenti arresti, appare una provocazione a tutti gli effetti ed infatti molte realtà del territorio, invitate dal Comitato No Grandi Navi che insieme al movimento No Tav promuove la manifestazione, hanno preso parola durante l’assemblea per confermare l’adesione all’iniziativa. Nel fare ciò, da più parti è stata sottolineata la necessità di un discorso comune e in grado di mettere in discussione un modello di sviluppo economico che nella politica delle “grandi opere inutili” trova una delle sue più infelici conseguenze.
Le grandi opere, bancomat di partiti e lobby di interessi, si confermano un meccanismo perfetto per continuare a sottrarre denaro pubblico che andrebbe destinato ad altro ed accrescere un debito che le generazioni future si troveranno a dover saldare.
Il movimento No Tav lo afferma da tempo: ogni euro destinato al Tav (e a tutte le grandi opere inutili e dannose) è denaro sottratto a qualcosa di utile a tutti e tutte; basti pensare alle scuole fatiscenti, al sistema sanitario sempre più ridotto all’osso e di più difficile accesso, alla situazione di crisi lavorativa ed abitativa più generale.
In ballo, oramai è chiaro a tutti, ci sono un sacco di soldi e politiche di sviluppo sempre più inaccettabili che il governo italiano, di pari passo a quello europeo, sta promuovendo.
Alla luce di queste e molte altre motivazioni, dall’assemblea è emersa la necessità di una grande mobilitazione che possa lanciare un chiaro segnale a coloro che si riuniranno a Palazzo Ducale, ma che sappia anche parlare ai tanti che hanno a cuore i propri territori e il proprio futuro; non a caso anche gli studenti delle scuole superiori veneziane quel giorno saranno in piazza.
Un altro tema più volte rilanciato è stato quello della guerra, con l’inevitabile accusa ai governi europei, compresi quelli italiano e francese, di alzare muri e chiudere i confini, invece di assumersi la responsabilità di decenni di politiche internazionali guerrafondaie e scellerate.
Quella di Venezia, si è ribadito, sarà una manifestazione popolare e determinata a raggiungere Palazzo Ducale e i governanti ivi riuniti, che saprà rispettare i veneziani e la loro splendida città e rispedire al mittente le accuse di chi cerca di creare un clima di terrore attorno alla giornata.
Una manifestazione per tutti e tutte, insomma, con le idee chiare e molto entusiasmo.
La scelta di Venezia, città della grande “abbuffata”, delle tangenti del Mose e dei conseguenti arresti, appare una provocazione a tutti gli effetti ed infatti molte realtà del territorio, invitate dal Comitato No Grandi Navi che insieme al movimento No Tav promuove la manifestazione, hanno preso parola durante l’assemblea per confermare l’adesione all’iniziativa. Nel fare ciò, da più parti è stata sottolineata la necessità di un discorso comune e in grado di mettere in discussione un modello di sviluppo economico che nella politica delle “grandi opere inutili” trova una delle sue più infelici conseguenze.
Le grandi opere, bancomat di partiti e lobby di interessi, si confermano un meccanismo perfetto per continuare a sottrarre denaro pubblico che andrebbe destinato ad altro ed accrescere un debito che le generazioni future si troveranno a dover saldare.
Il movimento No Tav lo afferma da tempo: ogni euro destinato al Tav (e a tutte le grandi opere inutili e dannose) è denaro sottratto a qualcosa di utile a tutti e tutte; basti pensare alle scuole fatiscenti, al sistema sanitario sempre più ridotto all’osso e di più difficile accesso, alla situazione di crisi lavorativa ed abitativa più generale.
In ballo, oramai è chiaro a tutti, ci sono un sacco di soldi e politiche di sviluppo sempre più inaccettabili che il governo italiano, di pari passo a quello europeo, sta promuovendo.
Alla luce di queste e molte altre motivazioni, dall’assemblea è emersa la necessità di una grande mobilitazione che possa lanciare un chiaro segnale a coloro che si riuniranno a Palazzo Ducale, ma che sappia anche parlare ai tanti che hanno a cuore i propri territori e il proprio futuro; non a caso anche gli studenti delle scuole superiori veneziane quel giorno saranno in piazza.
Un altro tema più volte rilanciato è stato quello della guerra, con l’inevitabile accusa ai governi europei, compresi quelli italiano e francese, di alzare muri e chiudere i confini, invece di assumersi la responsabilità di decenni di politiche internazionali guerrafondaie e scellerate.
Quella di Venezia, si è ribadito, sarà una manifestazione popolare e determinata a raggiungere Palazzo Ducale e i governanti ivi riuniti, che saprà rispettare i veneziani e la loro splendida città e rispedire al mittente le accuse di chi cerca di creare un clima di terrore attorno alla giornata.
Una manifestazione per tutti e tutte, insomma, con le idee chiare e molto entusiasmo.
Non rimane che prepararci al meglio a questa giornata di lotta, ci vediamo l’8 marzo a Venezia!
Appuntamento alle ore 10 al piazzale della Stazione Santa Lucia.