Oltre la mappatura: iniziamo a raccogliere storie di Interruzioni Volontarie di Gravidanza a Milano e in Lombardia
Perché una raccolta di storie sul servizio di Interruzione Volontaria di Gravidanza a Milano e in Lombardia?
Da anni il servizio di IVG, a livello nazionale, segue un trend di peggioramento: il ricorso all’obiezione di coscienza (non sempre dettato da motivazioni “di credo”) è in aumento, come in aumento sono i casi di obiezione di struttura. A Milano e in Lombardia, dopo decenni di strapotere di Comunione e Liberazione nei reparti di ginecologia, non solo è difficile accedere al servizio di IVG, ma – una volta entrate – è anche messa in discussione la qualità del servizio.
Con “qualità” non ci riferiamo a uno standard astratto. Anzi, intendiamo come una donna vive il percorso di IVG, quali strumenti le vengono dati durante questo percorso, come viene trattata, quali servizi le sono messi a disposizione e quali invece vorrebbe lei, e così via: quello che ci preme è capire come funzionano davvero questi servizi, sotto tutti gli aspetti, nel rispetto di qualunque scelta le donne abbiano fatto sul proprio corpo.
In questo senso, vogliamo iniziare una raccolta di storie che per noi non sarà un mero dato quantitativo. Al contrario, vogliamo mettere in pratica una diversa idea di mappatura, con l’obiettivo di trovare i nodi critici del sistema e creare collettivamente degli strumenti che possano essere non solo di informazione, ma anche di autodeterminazione: e vogliamo fare questo anche tramite i racconti delle donne che, per i motivi più svariati e con gli esiti più differenti, hanno ricevuto cure inserite nel percorso dell’IVG e che hanno voglia di raccontarci le loro esperienze (positive e negative) e i rapporti con le strutture mediche a cui si sono rivolte.
Gli strumenti che emergeranno da questo percorso potranno essere messi in pratica, rielaborati, criticati… Ma bisogna iniziare a crearli: non possiamo continuare a subire il sistema dell’obiezione di coscienza, gli aborti incompleti, le prevaricazioni sui nostri corpi. E per fare questo, dobbiamo anche creare una “controinformazione” che parta da noi, dalle nostre esperienze.
Costruiamo insieme i nostri strumenti di autodeterminazione!
Aborto spontaneo e aborto terapeutico.
Ci sono moltissimi casi in cui donne che hanno bisogno di assistenza per un aborto spontaneo finiscono nel circuito dell’IVG, subendo le stesse dinamiche di sovradeterminazione – specialmente da parte del personale obiettore di coscienza – che subiscono le donne che richiedono una IVG.
Lo ripetiamo: non vogliamo “giudicare” nessuna esperienza e nessuna scelta, il nostro intento è quello di capire come questi servizi funzionano. Potete quindi condividere la vostra esperienza anche se non nasce come una scelta di Interruzione Volontaria di Gravidanza.
Invece, per quanto riguarda l’aborto terapeutico, non abbiamo ancora chiari molti aspetti dell’accesso e del percorso ospedaliero, pertanto aspettiamo prima di intraprendere un percorso al riguardo.
Come verranno raccolte le storie?
Le storie saranno raccolte durante l’attività di sportello della Consultoria o attraverso l’indirizzo e-mail: consultoria@autistiche.org
Quali sono le modalità di pubblicazione delle storie?
1. La pubblicazione di ogni storia richiederà il consenso esplicito da parte di chi condivide la propria esperienza. Prima della pubblicazione, ci sarà un contatto diretto da parte della Consultoria con l’autrice.
2. Le storie saranno pubblicate in forma anonima e togliendo i riferimenti ai nomi del personale ospedaliero, ma non i riferimenti alle strutture ospedaliere oggetto della storia.
3. Inizialmente verranno pubblicate solo le storie attinenti alle strutture ospedaliere di Milano e della Lombardia, mentre le storie riferite ad altre aree geografiche saranno di stimolo per mettere a fuoco un più ampio ventaglio di problemi riguardanti la pratica dell’IVG.
Scriveteci per qualunque tipo di domanda, curiosità o chiarimento!