L’altro giorno a Montemario

L’altro giorno a Montemario

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L’altro giorno a Montemario, un quartiere di Roma Nord Ovest, era stata convocata da vari gruppi neofascisti di zona una fiaccolata contro il degrado e gli “zingari”. Come compagne e compagni di quel quadrante, purtroppo non proprio una zona di “compagni” e dove, per troppo tempo, i fasci hanno potuto circolare come volevano perché spesso non ci sono state le forze di contrastarli, abbiamo indetto un presidio antifascista contro il loro concetto di degrado. Per il noi il degrado sono i fascisti che circolano per le nostre strade con la connivenza di politici, associazioni e ordine pubblico.
Abbiamo dimostrato la nostra determinazione, non solo togliendo loro la piazza che avevano convocato per la loro fiaccolata per renderla una passeggiata sotto tra il loro bar, una loro bisca e una loro piazza, ma perché abbiamo dimostrato che il vero conflitto viene determinato da tutte le lotte sociali che si muovono nella città, occupanti, militanti, lavoratori e lavoratrici, studenti e studentesse.
Un piccolo risultato, certo ma importante politicamente proprio per quel quadrante, dove lo spazio è difficile da guadagnare, da riprendere.

Un dato importante, a mio avviso, sta proprio nell’ aver dimostrato al campo Rom di Cesare Lombroso (famoso alle cronache per la pagliacciata fatta dai fascisti per impedire l’entrata a scuola dei bambini del campo ) che la risposta è politica, non è volontaristica o associativa. Che la nostra forza è determinata da quanto le “forze politiche del municipio” cedano quando la risposta è forte e non cede ai compromessi.

Togliendo ai fascisti la piazza, oltre a fare una bella azione di forza, abbiamo messo in campo la volontà politica contro una gestione della città che media continuamente con le guardie, i sindacati, i padroni e che noi combattiamo mai quanto ora, almeno per la mia generazione, in maniera forte determinata con le nostre parole d’ordine: antirazzismo, antisessismo e antifascismo.

Il lavoro è all’inizio, ma l’energia per continuare è molta e la giornata del 13 dicembre ci ha rinvigorite/i proprio dopo l’arresto di quattro compagni, la denuncia di 100 dopo l’occupazione di uno stabile sotto sequestro (sempre perché mafia, capitale e fascismo hanno un forte legame che va oltre la mera narrazione dei media, ma che ha delle radici profonde. Il fascismo è un estensione del capitalismo è il suo cane da guardia).

Questo perché le lotte sociali sono tra di loro trasversali, anche se spesso hanno una forma vertenziale; sono il nucleo di un conflitto spesso sopito che si sta svegliando e si sta anche allargando a macchia d’olio. Questa crisi che paga esclusivamente la nostra classe di appartenza, va ribaltata con determinazione politica.
Questo è stato un passo importante per il nostro quadrante che si sta svegliando, con due strutture presenti, due occupazioni che stanno lavorando insieme per riprendersi i propri spazi di azione in un luogo particolarmente ostile.
Come compagna sono felice di quello che è stato costruito e quello che abbiamo fatto tutti e tutte insieme contro il sistema capitalista, contro una pacificazione sociale che ci ha schiacciati negandoci la possibilità di schierarci dal giusto lato della barricata che ci ha colpevolizzato quando volevamo puntare alla luna alzando il tiro. Dobbiamo rompere queste gabbie, scendendo in piazza per scioperare, per occupare, per decostruire gli schemi precostituiti.
La giornata del 13D rimarrà nella mia memoria femminista come un momento in cui ci siamo autodeterminati tutti e tutte contro questo sistema, non abbiamo solo impedito l’intento dei fascisti, ma abbiamo messo un mattone importante per tutta la città. Abbiamo dimostrato che si può intervenire anche in luoghi ostili, per costruire altro, per sedimentare un percorso politico, prima che scoppi l’emergenza vera e propria. Abbiamo conquistato un pezzo di terreno in battaglia, loro sono arretrati. Certo ancora la battaglia e la guerra sono in atto ma noi siamo sul fronte, determinate/i a sconfiggere con tutti i mezzi questo sistema capitalista che mai è stato così forte. Ma siamo forti anche noi. Dobbiamo fare tesoro di questa giornata e riprodurre esperienze del genere nella nostra città affinché non ci sia più spazio per i fascisti e per poterci prendere tutto lo spazio che desideriamo.
NOI VOGLIAMO TUTTO E CE LO STIAMO PRENDENDO PEZZO DOPO PEZZO!

Nella

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