Arrogante e maldestra provocazione di Ltf, risponde Nicoletta Dosio
Ad una missiva che ho ricevuto soltanto per conoscenza, anche se in prima persona sono l’oggetto del contendere, oppongo alcune, brevi, sentite considerazioni.
Il senso della comunicazione è chiarissimo: un’ arrogante, maldestra provocazione.
Ltf, annessi e connessi non sono i padroni, ma gli indebiti occupanti ed autori di una devastazione ambientale e sociale che stanno portando avanti a suon di miliardi di denaro pubblico.
Dunque “visitare il sito” non è una gentile concessione di LTF, ma un diritto, anzi un dovere, uno strumento in più per documentarsi e non certo ai fini di “superare l’opposizione al cantiere”, ma per organizzare l’opposizione ad un’opera che è obbligo morale fermare, prima che sia troppo tardi.
A chi ha conosciuto e amato quei luoghi com’erano prima e ne ricorda la stradina tra le vigne, i boschi di betulle, i castagni centenari, percorrerli ora provoca un’invincibile rabbia, non attenuata certo da quattro piantine di viole del pensiero che, dalla soglia di un prefabbricato, guardano smarrite il deserto.
Quanto alla minaccia di “agire in sede civile al fine di ottenere il risarcimento dei danni tutti subiti”, e non solo nei miei confronti (io sola mi sono ammanettata), ma contro tutti gli accompagnatori (evidentemente LTF conosce e applica lo slogan NO TAV “si parte e si torna insieme” ), un’ultima semplice considerazione: è davvero capovolto il mondo in cui i danneggiatori chiedono il risarcimento ai danneggiati.
Tanta arroganza merita una sola risposta: il conflitto generoso, collettivo, contro la logica del profitto e del potere, per la liberazione dell’uomo e della natura.
Nicoletta Dosio