Terroristi e fiancheggiatori
di Elisabetta Teghil
L’elemento certo su cui tutti/e possiamo convenire nella lettura delle recenti elezioni amministrative, è il calo dei/delle votanti, particolarmente forte nelle grandi città.
In questo, siamo in sintonia con il mondo occidentale ed in particolare con lo stato-guida, gli USA, dove la percentuale dei votanti si attesta al 50%. Perciò possiamo presumere che sia una tendenza che si confermerà e si accentuerà nelle prossime elezioni perché il neoliberismo provoca disaffezione alla politica e allontanamento dalla conflittualità.
Ci differenziamo, invece, dal resto dell’Europa, intendendo sempre quella che definiamo occidentale e, comunque dagli Stati Uniti, per il fatto che non esiste un vero bipolarismo.
Alcuni dicono che PD e Pdl sarebbero come il Giano della mitologia, due facce di uno stesso progetto e, quindi, un governo e l’altro, una mera alternanza.
Altri, invece, ritengono che saremmo di fronte ad una alternativa
E’ vero che possiamo parlare propriamente di alternanza e non di alternativa con riferimento al quadro sistemico e al sistema capitalistico, ma i due partiti si differenziano fortemente in quanto portatori di interessi che non trovano nella forma Stato un momento di mediazione.
Il Pdl è il terminale degli interessi di una borghesia incardinata sulle commesse statali, sul primato delle libere professioni e sui contributi a pioggia. Il PD rappresenta gli interessi delle multinazionali e della borghesia transnazionale, la vincente iper-borghesia, che ha caratteri propri e che si differenzia dalla borghesia nazionale.
Per il centro destra non è stato sufficiente agitare il tema dell’abolizione dell’IMU sulla prima casa, della riduzione della pressione fiscale, denunciare il ruolo vessatorio di Equitalia e, comunque, adombrare condoni fiscali. I metodi tradizionali che rendevano possibile il consenso elettorale con la redistribuzione delle ricchezze e con collaudati benefici a settori garantiti dal lavoro fisso , dal titolo di studio e dal ruolo professionale , non rendono più dal punto di vista elettorale.
Un partito, il PD, che nella sua tradizione di governo e nelle sue pratiche si è dimostrato palesemente il punto di riferimento degli interessi neoliberisti in questo paese, sta uscendo vincitore dalle recenti elezioni amministrative, nonostante si sia presentato in una condizione di debolezza per via della gestione delle vicende presidenziali e dell’utilizzo che ha fatto della sua maggioranza relativa.
Come è stato possibile tutto questo? Non certo per l’appetibilità dei personaggi messi in campo. Tra parentesi Marino a Roma è stato “trapiantato”, non avendo nulla a che fare con la città. E, a proposito di trapianti, nessuno ha sollevato il problema che è un medico trapiantista come se la cosa fosse indolore, incolore, insapore.
Dicevamo, come è possibile che un partito dichiaratamente ultra liberista , sposato con le multinazionali e i circoli atlantici che stanno seminando morte, dolore e miserie in tutto il mondo, Italia compresa,con l’accentuarsi di una povertà sempre crescente che sconfina nella disperazione e non è più circoscritta a fasce deboli ma che investe strati sempre più larghi di popolazione, stia riuscendo a vincere le elezioni?
Perché nell’immaginario collettivo è stata costruita l’idea di un partito comunque di sinistra, attento alle tematiche sociali e sensibile ai diritti dei cittadini/e e pronto a soccorrere i popoli del terzo mondo oppressi dalle locali dittature.
Uno stravolgimento della realtà così forte, così violento, questo sì terroristico, che non ha precedenti.
Tutto ciò non è stato reso possibile dalle capacità del gruppo dirigente del partito in questione, ma dal ruolo sempre più forte che hanno i media, che hanno assunto un’importanza che non hanno mai avuto in passato diventando l’asse portante del verbo neoliberista in questo come negli altri paesi. Da qui la favola che Berlusconi controllerebbe l’informazione prendendo a pretesto il fatto che ha delle reti e delle testate di proprietà, omettendo a piè pari e volutamente il ruolo della televisione di Stato e dei quotidiani nazionali e, inoltre, quello sempre più determinante delle Istituzioni di controllo, giudiziarie, militari…. nessuna esclusa, al servizio del progetto neoliberista, tradotto in parole povere, quello delle multinazionali, della Nato e dell’iper-borghesia o borghesia imperialista, comunque la vogliamo chiamare, che si sono schierate tutte compatte dalla parte del PD.
Il blocco di interessi coagulato intorno a Berlusconi è destinato ad essere sconfitto. Chiunque sia in contrasto o intralci, in un modo, nell’altro o nell’altro ancora, il progetto neoliberista viene fatto fuori. E non conta se si tratta della Lega, del Movimento 5 Stelle o di Berlusconi. Questo rimanda alle vicende internazionali dove non è la natura dei governi di Allende o di Sankara, di Saddam Hussein o di Gheddafi…… ma la loro asimmetria rispetto agli interessi degli occidentali che li rende invisi a questi ultimi e ne decreta, in un modo o nell’altro, l’eliminazione politica e nel loro caso anche fisica.
Con la probabile vittoria del PD si metterà l’ultimo tassello al progetto neoliberista, quello del consenso elettorale per le così dette riforme. Era questa formalizzazione che mancava, questa era l’anomalia italiana. Questo è il contributo del PD.
Qualcuno ritiene che il gruppo dirigente del PD sia mediocre. Non lo so e francamente non mi interessa, ma, sicuramente, non è vero che è senza idee perché ha sempre saputo e sa di lavorare per la realizzazione compiuta del neoliberismo in questo paese, perché questo è il suo compito .
Il neoliberismo è terrorismo sociale, la socialdemocrazia è terrorismo ideologico.
Tutti i partitini, le associazioni di categoria, i percorsi… compresi quelli che trattano e si interessano delle “donne”, che si rendono complici a vario titolo, cinguettando e relazionandosi con il PD, sono fiancheggiatori