http://dumbles.noblogs.org/2014/01/28/il-fuoco-dei-cie-lardere-delle-coscienze/
Ieri, giornata della memoria, qualcuno ricordò le parole di Primo Levi che intervistato a proposito dei Lager disse più o meno che nascono facendo finta di nulla…. “abbiamo chiuso gli occhi” disse “e in tanti hanno pagato per questo”.
Riusciamo ad immaginare che cosa sarebbe -o non sarebbe- accaduto se tanti occhi fossero rimasti aperti, se le coscienze invece che anestetizzate fossero state sveglie, attive, vive, ardenti di ribellione davanti a quelle malsane idee sulla razza, sul diverso, sul non normale? Forse non avremmo bisogno di una giornata della memoria che oggi, il giorno dopo, abbiamo già dimenticato.
Poi Levi dice ancora che cosa significa Lager in tedesco: “Lager in tedesco vuol dire almeno otto cose diverse, compreso i cuscinetti a sfera. Lager vuol dire giaciglio,vuol dire accampamento,vuol dire luogo in cui si riposa, vuol dire magazzino, ma nella terminologia attuale lager significa solo campo di concentramento, è il campo di distruzione.”
Sì, campo di distruzione, quello che le tante coscienze spente non sono mai riuscite a vedere nel loro riproporsi dell’oggi dove una vigliacca invenzione giuridica ha fatto coincidere la clandestinità alle leggi razziali ed inventato i CPT ora CIE ed ivi deportato e rinchiuso persone che al posto della stella di David hanno il marchio del clandestino.
Noi questi posti li abbiamo sempre chiamati “lager”, e siamo sempre state solidali all’azione di persone che li distruggevano per non esserne distrutti/e. Ecco la differenza: il contenitore distrutto dal suo contenuto, ma anche l’affacciarsi di nuove forme di contenimento…; ne fa un’analisi puntuale e precisa Macerie, oggi che, dopo aver “fatto finta di nulla”, e “chiuso gli occhi” anche qualche politico/a inizierà a chiederne la chiusura ed a prendersene il merito a futura gloria e memoria.
Li ricorderemo tutt*, di dx e di sx, questi/e politici/che per la loro ignavia ed ipocrisia; e le nostre coscienze rimarranno vive e ardenti per la distruzione effettiva e simbolica di tutti i “campi di distruzione” che questa storia senza memoria ci prepara continuamente davanti.