Cecilia Libera!

Una compagna è stata arrestata ieri perchè manifestava contro la presenza dei fascisti all’interno dell’università di Torino.

Il Rettore, fatto gravissimo, ha autorizzato l’ingresso della Celere all’interno dell’Università.

Come coordinamenta femminista e lesbica ribadiamo che l’antifascismo è una discriminante da cui il femminismo non può e non deve prescindere.

Riportiamo quello che abbiamo scritto qualche tempo fa in occasione di un persidio antifascista qui a Roma.

 ANTIFASCISMO:LA NECESSITA’ DI FARE CHIAREZZA

Tutto comincia con la teoria degli opposti estremismi.

Quando la conflittualità sociale, che veniva dagli anni ’60, diventò lotta di classe, negli anni ’70, le forze così dette “democratiche”, che comprendevano un vasto schieramento, dal PCI alla DC, dai partiti così detti moderati a quelli liberali, propagandarono il concetto di opposti estremismi.

Si tentava,in questo modo, di far perdere i connotati politici alle lotte, sottraendole alle idee che le sottendevano, per farle rientrare nel concetto di violenza pura e semplice.

Si voleva far dimenticare che la società è divisa in classi, che ci sono oppressi e oppressori, che lo Stato così detto “democratico” esercita violenza tutti i giorni, in maniera diretta ed esplicita ed in maniera indiretta e subdola, attraverso le istituzioni, che la configurazione fascista è una delle tante usate proprio da questo sistema a seconda delle necessità, e si volevano ottenere due risultati importanti : confondere l’aggredito con l’aggressore, mettere sullo stesso piano chi la violenza la subisce e chi la esercita e porre le istituzioni e le forze così dette “moderate” come neutrali e al di sopra delle parti.

Questa operazione che trascinava con sé anche la stessa Resistenza, fu attuata attivamente e consapevolmente dalle forze socialdemocratiche.

E’ proprio questo il meccanismo che permette a principi fortemente reazionari e classisti di passare.

Attraverso la teoria degli opposti estremismi, facile, falsa e fuorviante, è stata propagandata una condanna della violenza che identificava questa con le lotte di chi tenta di ribellarsi, sottacendo la violenza vera, quella che viene esercitata quotidianamente dallo Stato e dal suo braccio armato ufficiale, cioè le strutture repressive,dal suo braccio ufficioso, cioè i fascisti, dal suo braccio travestito e cioè le istituzioni in tutte le loro manifestazoni variegate e multiformi.

E lo Stato ha continuato e continua a esercitare  violenza, mentre è stato operato un annacquamento delle lotte attraverso la proposizione delle lotte corporative come vincenti e delle lotta di classe come “estremista”, “violenta” e con connotati di delinquenza comune.

Il cancro del revisionismo storico ha operato in maniera subdola e continuativa fino alle aberrazioni della rivalutazione dei “ragazzi ” di Salò e di improbabili “canti” di ragazze fasciste.

Anche  le componenti socialdemocratiche del movimento femminista hanno fatto la loro parte, facendo passare la “condanna di ogni violenza” e il rifiuto di “ogni ideologia”, come se questa loro posizione non fosse un’ideologia, oltre tutto, ben a sostegno del sistema che concede dignità solo alla sua visione del mondo.

L’operazione portata avanti dal femminismo socialdemocratico ha consegnato le donne agli esperti, alla violenza del sistema patriarcale e alla melassa del politicamente corretto.

Teoria degli opposti estremismi,revisionismo storico, ideologia neoliberista ci hanno condotte , passo passo, fino ad oggi.

Nel 2009, alcune componenti femministe socialdemocratiche hanno tolto, ufficialmente,la discriminante antifascista dalla loro posizione : da antisessiste, antirazziste,antifasciste sono diventate solo antisessiste e antirazziste come se si potesse essere antisessiste senza essere antifasciste e antirazziste senza essere antifasciste, arrivando a collusioni e a connivenze con la polizia e con Casapound e con altre realtà similari.

Nel 2011, “Se non ora quando?” ha rilanciato dio,patria ,famiglia insieme alle fasciste “buone”.

E, sempre nel 2011,alcune che si dichiarano femministe, hanno condannato la presunta “violenza” delle/dei resistenti della val di Susa e delle/dei solidali contro i Cie creando il clima favorevole per il loro arresto e la loro repressione.

Noi lo ribadiamo, per noi il femminismo è antisessismo, antirazzismo, antifascismo.

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