La Parentesi di Elisabetta del 13/11/2013

“Incivili”

Qualche giorno fa, su un canale della televisione di Stato, è passato un servizio incentrato sul fatto che, dai dati desunti dalle compagnie di assicurazione, una percentuale altissima di cittadini e cittadine non paga l’assicurazione della macchina, moto, motorino, cioè del veicolo con cui circola.

Il servizio TV era tutto incentrato sulla rintracciabilità e punibilità dei soggetti in questione che pensano di fare “i furbi”, tacciando di “incivile” chi non paga l’assicurazione e dando una risposta di controllo e repressione. E’ in preparazione, infatti, un sistema generalizzato e capillare di controllo che attualmente ha delle postazioni sperimentali, ma che sarà pronto fra qualche mese, che prevede l’installazione di centraline che fotograferanno le targhe dei veicoli in passaggio, trasmetteranno i dati che verranno confrontati con quelli delle assicurazioni e immediatamente si vedrà se un veicolo non è assicurato. Si procederà, quindi, all’azione punitiva in automatico.

Quando, negli anni del così detto boom economico, man mano, è passato il concetto di assicurazione obbligatoria dei veicoli, tanto che si era arrivati ad una percentuale molto alta di veicoli assicurati e chi non era assicurato/a era veramente una mosca bianca, non era dovuto al fatto che le italiane e gli italiani erano diventati “civili”, ma al fatto che avevano una certa tranquillità economica.

E così ora, tutte le anime belle che parlano di inciviltà, non pensano che, forse, il problema passa attraverso il modello produttivo? E che se gli italiani e le italiane non pagano l’assicurazione ai loro veicoli è forse perché non se lo possono permettere? E che non si possono permettere neanche di andare a piedi o con i mezzi pubblici perché le città e la vita e i lavori della maggior parte della gente sono legati alla necessità della macchina?

Questa è l’impostazione del modello sociale  e non si tratta di civiltà o di inciviltà, ma gli aspetti culturali sono conseguenza di quelli economico-produttivi e non viceversa.

E questo vale anche per noi donne rispetto all’oppressione e alla violenza maschile.

Il modello neoliberista dà una risposta repressiva e punitiva ai problemi sociali, la povertà è un delitto, la legge un feticcio, chi trasgredisce ha il carcere come probabile orizzonte.

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