“Il possesso ed il dominio”
Una ragazzina di 16 anni è stata stuprata in gruppo da 5 ragazzi di età compresa tra i 17 e i 18 anni durante una qualunque festa in una qualunque casa.
Vengono alla mente immediatamente gli scenari e i soggetti in cui e per cui le Istituzioni ci spingono a pensare che avvenga la violenza sulle donne: strade buie e luoghi deserti, minigonne e abiti succinti, immigrati violenti e incivili, raptus di mariti e/o fidanzati e affini…. gelosi o abbandonati o traditi…..rivendicazioni di autonomia che incrinano il menage familiare…….per cui vengono varati pacchetti sicurezza travestiti da leggi contro il femminicidio e auspicato un cambiamento culturale che dovrebbe portare i maschi a rapportarsi in maniera “civile” con le donne.
Ma non è così.
Il patriarcato è una vera e propria struttura sociale, di cui l’aspetto culturale è solo la macroscopica evidenza, ed è basato su due principi fondanti, il possesso e il dominio, con il corollario dell’arroganza ,caratteristica dell’assuefazione al potere.
I modelli sessuati, ancora e sempre, sono ben definiti fin dall’infanzia anche se si sono spostati leggermente di binario, perché rispondono alle esigenze di questa società.
I tentativi di rivolta e di sottrazione a questi modelli o anche solo gli auspici di un cambiamento culturale fatti a parole, si scontrano in maniera evidente con l’impostazione di una società che è basata sul concetto di proprietà… materiale, intellettuale, affettiva…sulla mercificazione di ogni rapporto, sulla prevaricazione dell’essere umano sull’essere umano, sulla legge del più forte che viene messa in atto strutturalmente dal sistema nei confronti delle oppresse/i.
Può mai il rapporto tra generi, già sancito come subordinato in partenza, sperare di modificarsi in una società che è basata di per sé sul possesso e sul dominio?
E’ come voler combattere il razzismo senza combattere le guerre neocoloniali.