da “Il sociale è il privato” di Elisabetta Teghil
del 1/09/2011
Come siamo buone/i
I media hanno diffuso la notizia che Tripoli è stata liberata dai ribelli che ora puntano su Sirte.
Dato che Tripoli è stata occupata dagli inglesi con l’appoggio di truppe francesi e qatariote, mi sono detta, preoccupata,” non è che mentre stavo al lago è passata la legge contro la libertà di stampa del centro destra e i media non possono più raccontare la verità?”
Anche perché gli stessi media, diffondono le foto e le immagini degli ascari locali, ben pochi per la verità. Peccato che a fotografarli e a filmarli siano gli uffici stampa occidentali.
Tutto ciò mi ha ricordato l’uccisione di Patrice Lumumba ad opera di congolesi al servizio dell’occidente. Immagini che spero nessuna di voi abbia occasione di vedere, come, purtroppo, è accaduto a me, dove Lumumba è costretto a mangiare la dichiarazione d’indipendenza del Congo. Però non dicono che il filmato era girato da ufficiali belgi. E perché tutto questo? perché Lumumba sarebbe stato comunista. La variante allora di terrorista ora.
Che, invece, il Congo aveva ed ha la sfortuna di essere ricco di materie prime ed erano quelle il vero obiettivo delle multinazionali inglesi, francesi e belghe, è stato, neanche tanto elegantemente, sorvolato, e tante e tanti hanno fatto anche finta di non crederci. Fu mandato al potere un feroce dittatore, Mobutu Sese Seko. Quasi nessuna/o sollevò alcun tipo di problema e Mobutu morì nel suo letto.
Lo stesso è successo con Thomas Sankara, la cui unica responsabilità fu quella di dichiarare che il Burkina Faso non intendeva pagare il debito estero alle solite nazioni e incitava gli altri stati africani a fare altrettanto e, preveggente, alla conferenza ad Addis Abeba, disse” Se rimango solo, non sarò qui l’anno prossimo a parlare con voi”.
E, infatti, quattro mesi dopo, fu ucciso, rovesciato con un colpo di stato militare, in un contesto di violenze inenarrabili, con l’ostentazione, questa sì terroristica e di monito per gli altri, della sua salma. La versione ufficiale fu che era un marxista e pertanto….
Il Burkina Faso è uno dei paesi più poveri al mondo.
Siccome la lista sarebbe lunghissima ,mi fermo qui: la storia è sempre la stessa e anche il copione. Come in ogni film c’è chi scrive la sceneggiatura, chi fa la regia e ci sono gli attori principali ed i comprimari.
C’è spazio, quindi, anche per gli aiuti umanitari, maniera elegante con cui le potenze occidentali forniscono dei prestiti che dovranno essere utilizzati dai paesi “aiutati” per acquistare armi, sempre dalle potenze occidentali.
Ma le buone ed i buoni , Ong e Onlus, vanno e andranno in quei paesi a fare del bene. Proprio brave/i!
E, con l’inizio dell’anno scolastico, ci saranno sicuramente associazioni della così detta sinistra che nelle scuole porteranno i banchetti per raccogliere soldi per i poveri bambini libici, per fare scuole, ospedali e pozzi( bè, cent’anni fa facevamo le strade, ora siamo migliori) e insegneranno così agli studenti ad essere razzisti proprio perché noi siamo democratici/che, superiori e altruisti/e. L’ipocrisia è il miglior insegnamento, dicevano i gesuiti.
E qualcuna/o adotterà qualche orfanello/a la cui famiglia è stata distrutta nel conflitto. Si sa , noi bianche/i siamo buonissimi , generosi e politicamente corretti. Naturalmente, come prima cosa, lo/a porteranno dallo psicologo per fargli superare il trauma della guerra!
Il papa predicherà contro la fame e la violenza nel mondo ( ma il cardinal Bagnasco non è quello che ha detto che i punti cardine da cui la finanziaria non deve prescindere sono la tutela della famiglia e le missioni all’estero?) e i cattolici contenti potranno raccogliere vestiti e giocattoli usati.
E nei supermercati, alla cassa, ti diranno di lasciare un centesimo per gli aiuti all’ Africa e, nei centri commerciali, gli sfruttati/e del nostro mondo, in cerca di un’impossibile gratificazione con l’acquisto di un capo scontato, si sentiranno dire nel banchetto di turno, da questa o quella associazione, che possono contribuire a salvare, vaccinare, scolarizzare bambini di paesi poveri e sottosviluppati e si sentiranno buoni/e, ricchi/e, bianchi/e e occidentali.
Mazziati/e e contenti/e.
E i docenti faranno tavole rotonde e i comuni e le province mostre di solidarietà, e le donne “impegnate” dibattiti sui diritti negati, nei paesi non allineati all’occidente, alle donne, alle lesbiche, ai gay.
Ma la vogliamo piantare, guardarci in faccia e dire le cose come stanno?
Le ricchezze petrolifere della Cirenaica andranno all’Inghilterra, le risorse idriche alla Francia e gli Stati Uniti avranno la tanto sospirata base per l’Africom, il comando militare per l’Africa. Inoltre, le ingenti risorse finanziarie libiche dovranno essere date alle multinazionali per pagare la ricostruzione del paese e non certo investite per procedere alla costruzione della moneta unica africana, sogno anche di Sankara.
E’ questa l’essenza della guerra alla Libia, non la natura del governo di Gheddafi. Come è stato per Allende, Aristides, Bosch, Ceausescu, Frondizi, Goulart, Martinez, Milosevic, Mossadeq, Peron, Saddam Hussein, Sukarno, Zelaya e via dicendo.
Però la regia non ha fatto un semplice remake, ha introdotto delle novità. E’ escluso che alle popolazioni inglesi e francesi torni un qualsivoglia vantaggio, in nessun modo, a differenza del passato, vantaggio che era stato l’alibi della socialdemocrazia per giustificare le guerre coloniali.
Ma è prevista anche una variante per il mercato italiano. All’italia è stato sottratto un paese, sotto la sua sfera d’influenza, da paesi così detti “amici”, con il” cammeo” del PD, unico partito nella centocinquantennale storia d’italia, che non sposa gli interessi di una fazione della borghesia di questo paese, ma quelli di paesi stranieri.
Ogni film ha una sua morale. Quella di questa pellicola è che guerre neocoloniali, sempre più ravvicinate, e distruzione dello stato sociale e delle conquiste del dopoguerra nei paesi occidentali e le difficoltà della Grecia, dell’Irlanda e del Portogallo sono un tutt’uno. Non c’è nessuna crisi in atto, almeno nel senso tradizionale che si dà a questa parola, non ci sono effetti collaterali o sgraditi non messi in preventivo, è tutto frutto della maturazione a cui è arrivato il capitalismo oggi nella sua stagione neoliberista. E i pavidi/e, quelli/e che voltano lo sguardo altrove, gli/le indifferenti, quelli/e che pensano solo ai propri interessi si accorgeranno che non sono al riparo dallo tsunami sociale, a cominciare dal cambiamento nelle gerarchie della società che vedrà ridimensionati piccola e media borghesia, lavoratori cognitivi, liberi professionisti e docenti universitari.
Nei consigli di amministrazione delle banche, delle finanziarie e delle multinazionali, là dove c’è l’effettivo potere e si decidono le sorti dei popoli, entreranno alti ufficiali della Nato e dell’esercito, nonché dei servizi segreti, perché l’industria militare e l’apparato di sicurezza sono diventati un volano dell’economia ed hanno acquistato un’importanza come non hanno mai avuto in passato.
E’ in atto una guerra per la ridefinizione dei rapporti di forza e delle gerarchie fra multinazionali e stati. Questo è il senso della stagione che stiamo vivendo.