“Abusivi”

 di Elisabetta Teghil

Il direttore generale dell’Ospedale Civile  Maggiore di Borgo Trento nel veronese, ha chiamato i carabinieri perché otto persone dormivano nei seminterrati di tre reparti.

I carabinieri hanno effettuato un “blitz”, così lo hanno chiamato, allontanando gli “abusivi”, tra cui due recidivi, e denunciandoli alla Procura.

Questi sono i fatti così come sono stati raccontati dai media.

Naturalmente il direttore generale dell’ospedale ha motivato la richiesta di intervento per garantire, dice lui, l’igiene e la salubrità dell’area ospedaliera e, pertanto, tutelare la salute dei /delle pazienti.

Alcune domande.

Il direttore in questione ha mai posto in atto delle azioni per tutelare i/le pazienti di fronte ai tagli alla sanità e ai posti letto e alle precarie condizioni del pronto soccorso?

L’Arma, invece di cacciare i così detti abusivi e di denunciarli per invasione di edifici (…..e con che soldi pagheranno l’eventuale multa sperando che non si arrivi alla faccia tosta di sanzionarli con il carcere?), non poteva attivare i servizi sociali?

I media perché, invece di parlare di abusivi e di recidivi, non hanno avuto il coraggio di chiamare le cose con il loro nome e di parlare, perciò, di barboni e di senzatetto?

A proposito, cacciati dai seminterrati dell’ospedale dove andranno a dormire?

Se il prossimo inverno moriranno di freddo, speriamo che tutte/i quelle/i che, a vario titolo, hanno concorso a mandarli per strada abbiano il pudore di stare zitte/i.

La verità è che la povertà è diventata un crimine e la si affronta con metodi polizieschi e giudiziari.

E’ il trionfo del darwinismo sociale. Chi non ce la fa, peggio per lui/lei, conoscerà la mano inflessibile dello Stato.

Inoltre,è stato creato un precedente pericoloso, perché sappiamo tutte e tutti che gli ospedali, di notte, sono un rifugio per molte povere e poveri senza casa.

Speriamo che a nessun altro direttore di ospedale venga in mente di seguire l’esempio del collega di Verona.La povertà con cui noi oggi abbiamo a che fare non è più quella di una volta, quella dei bambini che rimanevano tutta l’estate in città perché la famiglia non poteva permettersi una vacanza, quella di chi aveva solo due vestiti, uno per l’estate e uno per l’inverno, di chi andava in giro con le scarpe bucate.La povertà, oggi, è molto più cruda, si rovista nei cassonetti delle immondizie, è un problema di sopravvivenza.
E’ una povertà medioevale, esseri umani degradati a condizioni subumane, senza neppure la salvezza di poter vivere di bracconaggio nei boschi o di spigolatura nei campi.. Oggi non esiste più un pezzetto di terra su questo mondo che non sia recintato, che non sia di proprietà di qualcuno, non c’è più una tana in cui rifugiarsi, perfino bere per la strada è difficile, le fontanelle pubbliche sono sempre più rare.

Vorrebbero che diventassimo tutte/i aride/i e senza anima, vorrebbero che ci girassimo dall’altra parte.

Ma noi non possiamo far finta che non ci riguardi

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