-
Femminismo: paradigma della Violenza/Non Violenza
per richiedere copie scrivi a coordinamenta@autistiche.org https://coordinamenta.noblogs.org/post/2022/05/27/e-nato-e-nato-il-nostro-ultimo-libro-e-nato/Cosa pensiamo
Cosa abbiamo scritto
Di cosa parliamo
- 8 marzo
- 25 novembre
- Alfredo Cospito
- antifascismo
- Antimperialismo
- Assemblea permanente contro il carcere e la repressione
- assemblea romana contro il green pass
- autodifesa femminista
- autorganizzazione
- Boicottiamo la guerra
- capitalismo/neoliberismo
- Carcere
- Cie/CPR
- comunicati
- controllo sociale
- coronavirus
- Elisabetta Teghil
- eventi
- iniziative
- i nomi delle cose
- internazionalismo
- lavoro
- libri
- Mai Nato
- memoria
- movimenti
- musica
- neocolonialismo
- no green pass
- No smart city
- NoTav
- Palestina
- palinsesto
- parentesi di elisabetta
- podcast
- radioOndarossa
- repressione
- ricorrenze
- scuola
- società
- storia
- storie
- territorio
- violenza di genere
- Zardins Magnetics
Radio Onda d’Urto/Malapolizia
Pubblicato in Repressione
Contrassegnato MALAPOLIZIA, radio onda d'urto, repressione
Commenti disabilitati su Radio Onda d’Urto/Malapolizia
Abusi in divisa: “Malapolizia”, la prima mappatura online delle morti per mano delle forze dell’ordine
MALAPOLIZIA
Quante sono, in Italia, le persone morte durante fermi, controlli o altre operazioni condotte dalle forze dell’ordine?
Al netto dei casi più eclatanti, è difficile dirlo perché, a differenza di altri paesi europei, in Italia le autorità si sono sempre rifiutate di rendere disponibili questi dati.
Per provare a far luce sulla situazione, “colmare il vuoto istituzionale sul tema e favorire un dibattito a proposito degli abusi in divisa”, il giornalista Luigi Mastrodonato ha ideato Malapolizia, la prima mappatura online dei decessi occorsi in Italia durante le operazioni condotte delle forze dell’ordine. Una mappatura, in continuo aggiornamento, che in molti paesi dell’Unione europea è già realtà, anche in rispetto alle prescrizioni dell’Onu.
“Dal 2000 a oggi sono circa 70 i decessi rilevati – scrive sui propri profili social Mastrodonato – un numero enorme in confronto alle poche storie diventate di dominio pubblico, come quelle di Stefano Cucchi e Federico Aldrovandi. Molti dei decessi riguardano persone di origine straniera, sintomo del problema già più volte denunciato anche a livello internazionale della profilazione razziale delle forze dell’ordine italiane”.
Il progetto – che si basa sull’analisi di articoli di giornale, battaglie legali e mobilitazioni sociali – coinvolge realtà e associazioni che si occupano da tempo di abusi in divisa, ma lascia volutamente da parte le morti sospette nelle carceri, offrendo uno strumento di analisi specifica “proprio mentre aumenta la stretta repressiva dell’attuale governo”.
Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, Luigi Mastrodonato, giornalista esperto di carcere e abusi di potere, collaboratore di Internazionale e altre testate, nonché ideatore di Malapolizia Ascolta o scarica
Pubblicato in Repressione
Contrassegnato MALAPOLIZIA, repressione
Commenti disabilitati su Abusi in divisa: “Malapolizia”, la prima mappatura online delle morti per mano delle forze dell’ordine
1 maggio 2025/ Contro il lavoro-Ribaltare l’immaginario!
Pubblichiamo alcuni testi sul lavoro e contro il lavoro consapevoli che in una società in cui le persone non trovano lavoro e/o pur lavorando non riescono a sopravvivere può apparire un controsenso, ma non lo è. Il capitale ha sempre l’obiettivo di asservire alle sue necessità i subalterni che sia attraverso il lavoro coatto o quello salariato, quello gratuito o la mancanza di lavoro espellendo dalla società chi ritiene inutile e non adeguato.
L’unica via da percorrere è quella della consapevolezza di chi siamo noi e chi sono loro, del riconoscimento del nemico, della disubbidienza, della ribellione, del boicottaggio e del sabotaggio, dell’illegalità. In parole poverissime autorganizzarsi e prendere le distanze da tutto quello che la società del capitale propone.
Buon 1 maggio a tutt*!!!
di Giulia
Il mio compagno si sente in dovere di trovare un lavoro: cosa dire alla gente che mi chiede cosa faccio nella vita?? Se uno non ha un lavoro, passa subito per quello scansafatiche…in particolare poi se è un uomo e se riesce a campare grazie allo stipendio della compagna.
Una mia amica vive a casa del fidanzato, ha una piccola entrata fissa e può permettersi di non lavorare! “Che cosa fantastica!” Dico io. Peccato che per la maggior parte delle persone lei venga considerata una mantenuta, addirittura una senza interessi, senza obiettivi, senza un progetto di vita.
Una ragazza rifiuta un lavoro: sottopagato, orari massacranti, mansioni tutt’altro che stimolanti. “Giusto!” Dico io. Ma la maggior parte delle persone la guarderebbe dall’alto in basso, dicendo: ma è pur sempre un Lavoro!!!
Questo mese il mio capo non mi ha dato le ferie che gli ho chiesto. Ma io ci tenevo ad andare, e così mi sono messa in malattia! “Daje!” dico io! Ma la maggior parte delle persone la additerebbe, chiamandola con vari epiteti, da irresponsabile a ladra.
Il lavoro è evidentemente diventato un valore nella società che viviamo.
Eppure il lavoro moderno è caratterizzato da un controllo totale sul lavoratore: vengono imposte mansioni, sono controllati orari di entrata e uscita, luoghi e tempi per eventuali pause, ritmi di lavoro, livelli di produttività. Ma anche aspetto estetico, abbigliamento, atteggiamento, linguaggio…ogni aspetto della vita lavorativa e non, viene normato in maniera totalmente unilaterale. E la protesta o il dissenso vengono repressi repentinamente, attraverso strumenti crudeli come punizioni o ricatti.
Ogni giorno a lavoro contrattiamo la quantità di tempo libero che ci è permesso di avere. Siamo schiave e schiavi per la maggior parte della nostra esistenza. Il lavoro continua a uccidere milioni di persone ogni anno e, se riusciamo a sopravvivere, di certo perdiamo gran parte della nostra capacità di creare, di appassionarci, di conoscere e crescere.
…e tutto questo non viene mai messo in discussione.
Chi mai potrebbe volontariamente sottoporsi a tutto questo? Tutti coloro che nascono in una società che ci prepara alla disciplina, all’ubbidienza e al lavoro attraverso la famiglia, i media, la polizia, la chiesa e la scuola. Da piccoli/e di fanno camminare in fila, ci insegnano il valore dell’ubbidienza e del rispetto delle gerarchie, ci insegnano il valore del sacrificio e della sofferenza in nome di un dio, di una patria, della famiglia. Ci mettono in testa che se troviamo un lavoro, un qualsiasi lavoro, dobbiamo ringraziare chi ce l’ha dato ed essere felici di fargli le riverenze. Sin da piccole/i veniamo preparati ad essere schiavi-lavoratori serenamente sottomessi e pacifici, così da inserirci perfettamente tra gli ingranaggi del capitale, fieri di esserci e di collaborare al progresso.
Ed è quindi automatico che, non appena qualcun@ scopre di poter essere liber@, di voler uscire da questi ingranaggi, di volersi ribellare ad uno stato fondato sulla schiavitù, venga messo in moto il controllo sociale, che attraverso la morale vuole riportare ogni cosa all’ ordine stabilito dal capitale.
Cambiamola noi la morale. Io personalmente continuerò a vantarmi di ogni volta che non vado a lavoro perché non mi va, a dire a tutti di dare malattia se non hanno le ferie che volevano, a giocare con i miei colleghi e colleghe chiamandoli servi e schiavi ogni volta che si fermano per lo straordinario e a prenderli in giro quando svolgono mansioni che non gli appartengono per fare un piacere al capo…ribaltiamo le regole, liberiamo la nostra vita e ogni volta che ci è concesso sottraiamoci dal lavoro!
La creatività, l’arte, l’amore, la conoscenza necessitano di tempo più di ogni altra cosa se vogliamo ripensare e vivere le nostre vite al di fuori della logica del capitale.
<Il lavoro che non c’è e che non ci sarà più>
Elisabetta Teghil
Il lavoro così come l’abbiamo conosciuto sta sparendo, il lavoro non ci sarà più così come l’ha sempre pensato la società lavorista quella in cui si viveva fino a non molto tempo fa, quella in cui il lavoro rappresentava il titolo normale e pressoché esclusivo di partecipazione alla vita sociale, quello che poteva definire una persona “è un grande lavoratore” oppure ”è uno scioperato, un nullafacente, un ozioso, uno sfaccendato”, quello che faceva, seppure nello sfruttamento capitalistico, l’operaio orgoglioso del proprio lavoro e della propria manualità nella consapevolezza di produrre ricchezza con le proprie mani, quello che smascherato con la teorizzazione del rifiuto del lavoro aveva permesso alla società tutta degli anni ’70 di inseguire desideri e sogni nel tentativo di riprendersi la vita.
Quel lavoro non c’è più e non ci sarà più. Continua a leggere
Pubblicato in 1 maggio, Capitalismo/ Neoliberismo, Lavoro
Contrassegnato 1 Maggio, capitalismo/neoliberismo, lavoro
Commenti disabilitati su 1 maggio 2025/ Contro il lavoro-Ribaltare l’immaginario!
Gaza.Il nostro destino è forse scomparire?
Il nostro destino è forse scomparire? Rimanere in silenzio? Morire lentamente?
“Veniamo sterminati, uccisi, lasciati morire di fame, e al mondo semplicemente non importa”.
di Rita Baroud ( Originale in inglese da The New Humanitarian. Traduzione: La Zona Grigia.)
Rita Baroud, giornalista palestinese di 22 anni, scrive articoli semi-regolari per The New Humanitarian sulla sua vita nella Striscia di Gaza durante la campagna militare e l’assedio di Israele
DEIR AL-BALAH, GAZA: Ogni volta che raggiungiamo il punto in cui pensiamo che le cose non possano peggiorare ulteriormente, il limite della nostra capacità di sopravvivere, il limite della nostra sofferenza e disperazione, ci sorprendiamo nello scoprire che c’è ancora di più, che ogni punto più basso è seguito da uno ancora più basso. Questa volta, la fame è tornata a Gaza. E anche la sete è tornata.
Per più di 40 giorni, i valichi sono stati blindati, soffocando quel poco di vita rimasto. Nessun aiuto umanitario è permesso. Nessuna scorta di cibo. Niente passa, solo soldati, bulldozer e carri armati. Pane, acqua e medicine ci sono proibiti, ma il cielo rimane aperto alle bombe.
Gli scaffali dei negozi sono quasi vuoti e i mercati hanno perso il loro significato. Passiamo ore a cercare un sacco di farina, una scatola di fagioli, qualsiasi cosa possiamo mangiare. Ma i prezzi stanno salendo alle stelle e le merci stanno scomparendo rapidamente.
I mercanti speculatori, anziché contribuire alla sopravvivenza, sono diventati complici del nostro soffocamento. Alcuni di loro accumulano beni, aspettando che il bisogno diventi più doloroso, per poi rilasciarli a prezzi spietati. Nessuno osa opporsi. Tutti hanno paura, tutti hanno fame.
I mercanti speculatori, anziché contribuire alla sopravvivenza, sono diventati complici del nostro soffocamento. Alcuni di loro accumulano beni, aspettando che il bisogno diventi più doloroso, per poi rilasciarli a prezzi spietati. Nessuno osa opporsi. Tutti hanno paura, tutti hanno fame.
Da quando è ripresa un mese fa, la guerra non è stata solo contro le nostre case e i nostri corpi, ma contro le nostre anime. Ci sta attaccando dall’interno. Viviamo senza elettricità, senza rifornimenti. La nostra capacità di comunicare con il mondo esterno è limitata, e anche la nostra capacità di comunicare tra di noi sta vacillando a causa del peso di tutto ciò che abbiamo sopportato. È come se venissimo lentamente cancellati, come se l’obiettivo fosse l’annientamento completo, non solo del luogo, ma di noi come esseri umani.
Le persone sono cambiate. I loro volti sono cambiati. Il silenzio ora prevale sulle parole e le lacrime sono più frequenti della rabbia. Il numero dei martiri sta aumentando a un ritmo terrificante. I bombardamenti sono casuali, senza preavviso, senza motivo. Non ci sono zone sicure, né momenti di riposo.
Io e la mia famiglia non siamo ancora stati costretti a lasciare le nostre case, ma centinaia di migliaia di altre persone lo sono state. La casa parzialmente distrutta in cui viviamo è vicina alle zone che hanno ricevuto l’ordine di evacuare. Sento chiaramente i bombardamenti a Khan Younis e Rafah.
Tutto è terrificante. Il rumore è troppo forte e troppo vicino. La paura mi ha completamente sopraffatta.Più di una volta, ho sentito come se il mio cuore stesse per fermarsi per l’intensità del rumore. ..continua qui la bottegadelbarbieri.org
25 aprile 2025
Riceviamo dalle compagne friulane e pubblichiamo per tutt*!!!!!!!
Buona Festa della Liberazione!
una Festa viva, resistente,
arrabbiata, gioiosa,
antifascista
Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/ giovedì 24 aprile 2025
Zardins Magnetics di giovedì 24 aprile 2025
Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.
Gli argomenti:
“Non è MORIRE, è INSORGERE la PAROLA!”
su lotte, liberazioni, insubordinazione
Ascolta la diretta:
FM 90.0 MHz
https://radioondefurlane.eu/
Riascolta le trasmissioni passate:
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/
Pubblicato in Movimenti
Contrassegnato Zardins Magnetics
Commenti disabilitati su Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/ giovedì 24 aprile 2025
25 Aprile 2025 a Porta San Paolo
Pubblicato in 25 aprile, Palestina
Contrassegnato 25 aprile, antifascismo, antisionismo, Boicottiamo la guerra, Palestina
Commenti disabilitati su 25 Aprile 2025 a Porta San Paolo
Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/giovedì 17 aprile 2025
Zardins Magnetics di giovedì 17 aprile 2025
Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.
Gli argomenti:
“… non è la legge del valore… è l’ordine, nella forma dello stato, nazionale o sovranazionale, ad imporre il mercato… fondandosi sempre più sull’immaterialità dei beni e sullo spettacolo dei bisogni”
Un intervento di Riccardo d’Este sulla prima Guerra del Golfo, scritto a ridosso di quel conflitto (1991), riemerge e ci parla in modo illuminante della situazione attuale
Ascolta la diretta:
FM 90.0 MHz
https://radioondefurlane.eu/
Riascolta le trasmissioni passate:
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/
Pubblicato in Capitalismo/ Neoliberismo
Contrassegnato capitalismo/neoliberismo, Zardins Magnetics
Commenti disabilitati su Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/giovedì 17 aprile 2025
Fuori i sionisti dal 25 aprile!
Assemblea pubblica martedì 15 aprile ore 17,30-Aula Majorana facoltà di Fisica alla Sapienza
Pubblicato in 25 aprile, Antifascismo, Antimperialismo, Palestina
Contrassegnato 25 aprile, antifascismo, Antimperialismo, antisionismo, Università La Sapienza
Commenti disabilitati su Fuori i sionisti dal 25 aprile!
Venezia-Mestre, 14 e 15 aprile: Discussione sull’università in guerra a partire dal progetto RePair
Questo il volantino del collettivo sumud repair (1)
RePAlR: oppressione altamente tecnologica.
L’oppressione che vive il popolo palestinese non è fatta solo di bombe, torture e violenze che l’infame “Israele” perpetua nei suoi confronti; è costituita da un insieme di dinamiche che si sono instaurate in 80 anni di colonialismo d’insediamento.
Una di queste è l’utilizzo delI’archeoIogia per giustificare l’esproprio dei territori palestinesi da parte di Israele. Ma oggi, grazie aII’inteIIigenza artificiale, questa oppressione diventa “altamente tecnologica”. Parliamo del progetto europeo del 2021, chiamato “RePAIR: Recostructing the Past: Artificial Intelligence and Robotics Meet Cultural Heritage”. Tra i collaboratori si trova al primo posto la Ben-Gurion University di lsraele, costruita sui territori palestinesi occupati, ed è coordinato da Ca’ Foscari (con un professore, Marcello Pelillo e quattro ricercatori di Computer Science), in collaborazione con l’università israeliana e il Parco Archeologico di Pompei, l’istituto Tecnologico Italiano e altre università europee.
“La ricerca archeologica israeliana è stata messa al servizio del progetto statale di colonizzazione (…) attraverso lo sviluppo concreto di siti archeologici e scavi nella Palestina storica e, in particolare, nei Territori palestinesi occupati (…), il furto e il saccheggio di manufatti archeologici palestinesi. (…) Queste strategie sono volte a cancellare deliberatamente la storia palestinese e l’attuale presenza palestinese. Lo Stato israeliano sfrutta l’archeologia per legittimare le narrazioni e le rivendicazioni statali sull’intera Palestina storica (…). Non è solo la Soprintendenza per l’archeologia a perpetrare queste pratiche, ma anche gli istituti e i dipadimenti di archeologia” (“Torre di Avorio e d’Acciaio” di Maya Wind).
Il genocidio in corso dimostra che algoritmi e intelligenze artificiali servono innanzitutto a fare la guerra, decretando la morte di migliaia di persone tramite comandi a distanza. Per Israele partecipare a RePAIR significa allenare gli algoritmi qua da “noi”, per poi utilizzare le intelligenze artificiali in maniera più raffinata per opprimere la popolazione palestinese. Questi mesi di genocidio algoritmico non hanno smosso la nostra università a recidere i rapporti con le università israeliane. Il fatto che Ca’ Foscari collabori con la Ben-Gurion University nell’utilizzo di intelligenza artificiale nel campo deII’archeoIogia ci ricorda che le nostre università, i rettori e le rettrici e chi prende parte a questi progetti, sono complici del genocidio in corso. Così come le diverse fondazioni di Leonardo SPA (Fondazione per l’ItaIia e per la scuola italiana), interessate a finanziare la ricerca STEM per indirizzarla verso i propri interessi di guerra, sono complici del clima di guerra che caratterizzerà le nostre vite, visti i rapporti economici e bellici che ci sono tra Leonardo SPA ed Israele.
Partiamo da questo progetto per approfondire i legami tra università e guerra! Lunedì 14 aprile dalle 15 a Ca’ Dolfin (Venezia, vicino Rio Novo e Rettorato) Martedì 15 aprile dalle 15 al campus Scientifico di via Torino (Mestre) Pomeriggi di socialità e confronto contro ricerca ed economia di guerra!
Collettivo sumud
Pubblicato in Guerra, Intelligenza artificiale, Università
Contrassegnato Boicottiamo la guerra, Collettivo Sumud, Intelligenza Artificiale, Università di Venezia, università e guerra
Commenti disabilitati su Venezia-Mestre, 14 e 15 aprile: Discussione sull’università in guerra a partire dal progetto RePair
Trento, 14 aprile: Corteo contro ddl “sicurezza”, guerra, riarmo e in solidarietà con la Palestina
Pubblicato in Controllo sociale, Guerra, Palestina
Contrassegnato antimilitarismo, Boicottiamo la guerra, controllo sociale, DDL 1660, ddl sicurezza, Palestina, repressione, Riarmo Europa
Commenti disabilitati su Trento, 14 aprile: Corteo contro ddl “sicurezza”, guerra, riarmo e in solidarietà con la Palestina
Un giusto processo o un processo sommario, la giustizia o lo scalpo?
Comunicato stampa del collegio difensivo dei tre palestinesi processati all’Aquila per terrorismo in ordine alle gravi violazioni del diritto di difesa conseguenti alle decisioni assunte dalla Corte di Assise nella prima udienza dibattimentale.
Un giusto processo o un processo sommario, la giustizia o lo scalpo?
Nel mentre si sta consumando sotto gli occhi di ogni essere umano a Gaza e in Cisgiordania una delle maggiori tragedie a cui l’essere umano abbia mai assistito, si celebra all’Aquila, città incastonata tra i monti imbiancati del Gran Sasso d’Italia, il processo per terrorismo contro tre palestinesi accusati di sostenere la resistenza armata a Tulkarem, in Cisgiordania, contro l’occupazione militare israeliana.
In data 2 aprile 2025 si è tenuta presso la Corte di Assise de l’Aquila la prima udienza del processo contro Yaeesh Anan Kamal Afif, Doghmosh Mansour e Irar Ali accusati di associazione terroristica ex art 270 bis cp perché unitamente alla resistenza palestinese della Cisgiordania avrebbero partecipato moralmente alla lotta armata contro l’occupante straniero, fenomeno resistenziale ricondotto dalla magistratura requirente e giudicante alla categoria del terrorismo invece che al legittimo diritto alla autodeterminazione dei popoli.
Ebbene in primo luogo la Corte – diversamente dal Giudice dell’Udienza Preliminare che, in accoglimento dell’eccezione difensiva, aveva escluso dal fascicolo per il dibattimento l’acquisizione di 22 verbali di interrogatori di prigionieri palestinesi condotti prima dallo Shin Bet e successivamente dalla polizia israeliana, e ricevuti per rogatoria internazionale – ha acquisito 15 dei predetti verbali. In particolare, la Corte ne ha espunto dalla disposta acquisizione unicamente 5 rispetto ai quali al prigioniero palestinese non era stata neppure concessa la possibilità di contattare telefonicamente un difensore.
continua qui Comunicato stampa del collegio difensivo dei tre palestinesi processati all
Pubblicato in Palestina, Repressione
Contrassegnato Palestina, repressione
Commenti disabilitati su Un giusto processo o un processo sommario, la giustizia o lo scalpo?
Genova 11 aprile/ Corteo contro la guerra e non solo!
Pubblicato in Guerra, Palestina, Repressione
Contrassegnato Boicottiamo la guerra, DDL 1660, Palestina, Riarmo Europa
Commenti disabilitati su Genova 11 aprile/ Corteo contro la guerra e non solo!
Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/giovedì 10 aprile 2025
Zardins Magnetics di giovedì 10 aprile 2025
Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.
Gli argomenti:
✓ Far fiorire il deserto: il mito fondativo dell’agricoltura israeliana di dominio
✓ Cicatrici – Nunatak n. 75
Ascolta la diretta:
FM 90.0 MHz
https://radioondefurlane.eu/
Riascolta le trasmissioni passate:
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/
Pubblicato in neocolonialismo, Palestina
Contrassegnato neocolonialismo, Palestina, Zardins Magnetics
Commenti disabilitati su Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/giovedì 10 aprile 2025
Al Laurentino 38 il 12 e 13 aprile!
Pubblicato in Autorganizzazione, Movimenti, Territorio
Contrassegnato autorganizzazione, L38squat, movimenti, occupazioni, territorio
Commenti disabilitati su Al Laurentino 38 il 12 e 13 aprile!