Riceviamo dalle Donne in Cantiere <per un 25 aprile femminista, antifascista e antisionista.>
Iniziativa su donne e Resistenza in Italia e in Palestina – domenica 21 aprile alle 17 c/o Cantiere sociale versiliese, Viareggio

Riceviamo dalle Donne in Cantiere <per un 25 aprile femminista, antifascista e antisionista.>


✓ Resistere all’istigazione al collaborazionismo dello Stato
✓ Ancora sui due dragoni dell’anarchismo d’azione, a partire da un testo di Juan sulle cause della lotta rivoluzionaria
✓ La giostra della repressione. Uno scritto di Anna Beniamino
ilrovescio.info Riceviamo e diffondiamo:
Dai Giovani Palestinesi in Italia, il racconto di quanto successo oggi [9 aprile 2024, ndr] a Napoli (dove è in corso anche l’occupazione del rettorato).
NAPOLI CONTRO LA GUERRA: SOLIDARIETÀ AGLI ATTIVISTI IN PIAZZA CONTRO LA NATO!

Questo pomeriggio, in zona via Toledo, gli attivisti solidali con il popolo palestinese sono scesi in piazza per contestare la celebrazione del 75° anniversario di fondazione della NATO con un concerto in collaborazione tra la banda musicale della NATO stessa e altre formazioni musicali napoletane al Teatro San Carlo, alla presenza di alti ufficiali in grado e del sindaco metropolitano Gaetano Manfredi. Il corteo è stato violentemente represso dalla polizia, causando 10 feriti di cui 2 colpiti alla testa. È inaccettabile che la nostra città, simbolo di solidarietà attiva al popolo palestinese e a tutti i popoli oppressi del mondo, ospiti un evento di questo genere: sappiamo perfettamente che la Nato, l’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico, si rende primo attore di veri e propri scenari di guerra, con uno sdoganamento del linguaggio bellico preoccupante. Lo vediamo nel ruolo che sta assumendo all’interno del contesto globale di corsa al riarmo, a fronte della guerra in Ucraina; lo vediamo nel ruolo che l’Occidente e la sua alleanza politica e militare sta assumendo nel mondo arabo, a partire dal genocidio in Palestina fino ad arrivare in Yemen, Libano ed Iraq: il mondo occidentale sostiene fermamente lo stato d’Israele e i suoi obiettivi coloniali d’insediamento, attraverso una copertura e un sostegno ideologico ed economico da tutte le potenze. Da sempre l’occidente non ha mai smesso di sostenere in pieno il regime sionista, nonostante siano più di 34.000 i palestinesi morti ammazzati dall’IOF, nonostante a Gaza non vi siano più né ospedali né università, nonostante si stia portando avanti una campagna di arresti di massa in tutta la Palestina storica. Per questo sosteniamo fortemente la lotta delle realtà sociali e solidali di questa città, che hanno deciso di non voltarsi di fronte a chi sta portando guerre e distruzione in giro per il mondo.
Riceviamo da Venezia e volentieri pubblichiamo!

Dopo tanti proclami è partita l’introduzione del cosiddetto “ticket di accesso” per entrare nel museo-Venezia: un provvedimento voluto da anni da chi si è arricchito sulla turistificazione della città.
Non si fosse ancora capito lo ribadiamo qui: nessuno o quasi pagherà un centesimo di tributo, tanto ampio è il ventaglio di esenzioni previste. Chiunque dovrà però autocertificarsi. Giustificare, documenti alla mano, il motivo dei propri spostamenti, la bontà delle proprie intenzioni per varcare un checkpoint.
Proprio come fossimo in guerra.
Una nuova, ennesima frontiera, modulabile a seconda delle esigenze di turno: le calli troppo piene nei giorni di punta, il propagarsi di un contagio, una manifestazione non autorizzata. un’acqua alta eccezionale. Sarà ancora una volta un QR code, la nostra sintesi digitale, a sancire di volta in volta chi è fuori e chi è dentro. Chi potrà passare e chi no. Chi potrà pagare e chi dovrà nascondersi. Una schedatura tecnologica capillare in grado di generare milioni di pacchetti di dati ogni giorno.
Dati elaborati dall’intelligenza artificiale di quella Smart Control Room che, con l’introduzione del ticket, finirà per assolvere alla funzione per cui è stata creata: sorvegliarci, estrarre profitto e informazioni dalle nostre vite e abitudini.
A detta loro il 2024 sarà l’anno della sperimentazione.
Nostro compito è fare tutto il necessario per bloccare questo nuovo confine mobile. Boicottare il ticket, sabotare il controllo che esso impone. Ogni mezzo è buono. la creatività come unico limite diceva qualcuno.


Riceviamo e pubblichiamo questo contributo di una compagna insegnante, letto durante il corteo del 9 marzo a Trento contro il G7 dedicato all’Intelligenza Artificiale.

Un paio di mesi fa un compagno mi ha mostrato un video terrificante.
Nel video si vedono dei soldati israeliani travestiti da dinosauri che, mentre ballano, lanciano delle bombe su Gaza: sì, soldati travestiti da dinosauri che sganciano delle bombe.
Mi domando: ma che umanità è?
È un’umanità al collasso. Un’umanità incapace di sentire, pensare e parlare.
La sistematica disumanizzazione del e della colonizzata comporta inevitabilmente la disumanizzazione del colono e della sua società.
Nel libro A precipizio, il suo autore scrive che “ai posti di blocco i soldati non parlano né arabo né inglese e neppure ebraico: urlano delle onomatopee gesticolando i loro M16”.
Israele è l’avanguardia tecnologico-militare: sofisticate tecnologie vengono sperimentate sul campo contro la popolazione palestinese e, poi, esportate in tutto il mondo. E si tratta di tecnologie di controllo sociale e militare basate sull’Intelligenza Artificiale.
Israele è modello a cui molti Stati – le famose democrazie occidentali – guardano e si ispirano.
Quando ci penso, quando penso a questa corsa disumana tecnologicamente equipaggiata mi chiedo quali siano i dispositivi che qui, noi, ora possiamo (dobbiamo) osservare e contro cui dobbiamo lottare.
Provo a rintracciarli partendo da me. Io lavoro a scuola e mi chiedo: in che modo, quanto e per quali motivi la scuola sta partecipando a questa corsa?
Penso che il PNRR ne contenga molti, davvero parecchi, di questi strumenti. Leggere il PNRR è, infatti, utile per capire dove siamo e verso cosa andiamo.
Le parole che compaiono con più frequenza sono “impresa” e “digitalizzazione”: l’insegnamento e la ricerca devono essere completamente rivolti alle esigenze economiche delle imprese e la digitalizzazione è, semplicemente, il fil rouge del PNRR scuola.
Si va verso una digitalizzazione sempre più massiccia e verso una presenza di imprese e di interessi di privati sempre più invasiva.
Direzioni, queste, presentate come “giuste” e “inevitabili”. Ma giuste per chi? E inevitabili da quale punto di vista?
Non è permesso discuterle o, meglio, non è permesso discuterne il perché, ossia la sostanza, bensì solo i modi della loro realizzabilità – che deve essere quanto più efficace.
Non si discute il cosa si fa, bensì solo il come.
Ma di che stupirsi?
Viviamo nella società del “problem solving”, ossia in una società che non si interroga sulla natura della domanda bensì che ne ricerca esclusivamente la soluzione.
E la scuola è diventata uno dei luoghi d’eccellenza del problem solving.
Non un luogo in cui coltivare un pensiero critico e della complessità, bensì una palestra di obbedienza. Continua a leggere

Dall’assemblea popolare di Busto Arsizio
