Femminismo: paradigma della Violenza/Non Violenza
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8 marzo 2024/ La questione palestinese è una questione femminista
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9 marzo a Trento/ Contro l’Intelligenza Artificiale!
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Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/ giovedì 29 febbraio 2024
Zardins Magnetics di giovedì 29 febbraio 2024
Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.
Gli argomenti:
✓ Eugène – Sergio, da Valeriano alla banlieue di Parigi, un proletario immigrato all’ “Università operaia”, e un ribelle, martire della Resistenza friulana, al ritorno. Per la serie “cattivi maestri”
✓ Storie di donne palestinesi nella lotta di liberazione dal dominio sionista e nella resistenza alla carcerazione
Ascolta la diretta:
FM 90.0 MHz
https://radioondefurlane.eu/
Riascolta le trasmissioni passate:
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/
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Un soldato americano si dà fuoco per la Palestina “Non voglio più essere complice del genocidio”
Un soldato americano dell’Aeronautica militare si è dato fuoco, ed è morto poco dopo in ospedale per le gravi ustioni, davanti all’Ambasciata di Israele a Washington per protesta riguarda al genocidio che Israele e i suoi alleati, in prima linea gli Usa, stanno perpetrando in Palestina.
Il soldato si chiamava Aaron Bushnell, aveva 25 anni, r ha trasmesso la sua protesta in diretta su Twitch. Aaron si è dato fuoco gridando: “Io non voglio più essere complice del genocidio: Palestina libera!”.
E nessuno sta dicendo niente!
Trento, 2 marzo: “Che il tempo della sottomissione si fermi”.
Trento, 2 marzo: “Che il tempo della sottomissione si fermi”. Corteo in solidarietà a imputate e imputati del processo “Brennero”
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Smart ed ecologica? 2 marzo incontro pubblico a Busto Arsizio
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La lotta delle prigioniere palestinesi nelle carceri israeliane
Un approfondimento importante di RadioBlackOut sulla lotta delle prigioniere palestinesi nelle carceri israeliane
“Le prigioni israeliane hanno un ruolo fondamentale nella gestione coloniale della popolazione palestinese: attraverso un sistema giuridico creato ad hoc per giudicare i palestinesi, si è creata in Israele un’apartheid legale su base etnico-nazionale e, per esempio, in Cisgiordania tutti i coloni sono giudicati dalla corte civile, mentre tutti i palestinesi sono giudicati da una legge militare. La prigione israeliana non è solo un’istituzione di repressione, ma è anche un luogo in cui Israele testa tecniche di gestione per controllare varie forme di rivolta, che rivende ai paesi occidentali. Le ragioni per cui i palestinesi e le palestinesi sono arrestati/e sono molto varie: dalla resistenza fisica, all’attivismo politico o sui social. Nelle carceri ci sono membri dei vari partiti, insieme a molte studentesse legate, per esempio, alle attività nei sindacati studenteschi.
Israele ha creato una rete carcerale (definizione di una ricercatrice francese, Stéphanie Latte Abdallah) che permette di arrestare tutti i palestinesi dai 12 anni in su per ragioni molto varie, e che utilizza la legge della detenzione amministrativa, che permette di arrestare qualcuno senza nessuna accusa, di tenerlo in prigione per sei mesi rinnovabili, senza che nessuno, ne avvocati, né medici, né famigliari, sappiano perché sia in carcere.
In questo quadro, le donne palestinesi, come nel resto del mondo, sono meno incarcerate rispetto agli uomini e, certamente, questo ha avuto un impatto sulle loro forme di autorganizzazione. La prigione israeliana, a partire dagli anni 70, è stata trasformata dalle donne e dagli uomini palestinesi in un laboratorio intellettuale e politico. Le donne, che fanno parte del movimento di liberazione palestinese, ma hanno delle specificità legate alle loro condizioni particolari. Una delle prime rivendicazioni delle donne palestinesi è stato il fatto di vedersi riconosciuto uno status di prigioniere politiche, rispetto alle altre detenute israeliane. Il movimento delle donne palestinesi ha attraversato diverse tappe nella storia, dalla rivendicazione di migliori condizioni materiali (materassi e condizioni delle celle), alla strutturazione di corsi di educazione in carcere per la produzione culturale delle prigioniere e dei prigionieri. Le lotte si strutturano in comitati di gestione, che erano incaricati di gestire, ad esempio, la biblioteca, i corsi clandestini che le donne faranno in prigione, il tribunale interno che ha l’obbiettivo di non fare mai riferimento all’amministrazione penitenziaria israeliana, e forme di elezione delle rappresentanti delle donne. Nel 94-96, durante gli accordi di Oslo, accordi che hanno aiutato l’ampliamento della colonizzazione israeliana in Palestina, nell’ambito della liberazione di alcuni prigionieri/e era stato imposto a cinque donne, che avevano ucciso soldati israeliani, di rimanere in carcere. Le donne allora, si riunirono e rifiutarono di uscire e lasciare in carcere delle compagne, perché la lotta era (ed è) collettiva e la liberazione deve essere collettiva: per sedici mesi hanno fatto molti scioperi, si sono chiuse in due celle in 30 donne, si sono riunite e hanno preso decisioni solo orizzontalmente, rifiutando le imposizioni degli israeliani e anche dell’autorità palestinese, che avrebbe voluto governarle. Dopo sedici mesi di lotta dura, le donne palestinesi hanno ottenuto la liberazione di tutte le donne. Se questo modello fosse stato trasmesso agli uomini e se fosse stato tramandato nella storia, forse, si sarebbe potuta ottenere la liberazione di altri prigionieri.
In seguito al 7 ottobre 2024, i prigionieri palestinesi sono raddoppiati (da 4000 a 9000, di cui donne 80-90) nelle carceri di Gerusalemme e della Cisgiordania, mentre tutte e tutti gli uomini prigionieri di Gaza sono in dei campi di detenzione spesso nel deserto in condizioni inumane. Anche nelle prigioni per le donne, ci sono state forme di repressione molto più forti, intensificate in maniera esponenziale dal 7 ottobre in poi. C’è una situazione di sovraffollamento nelle prigioni (12 persone dove ce ne starebbero 5); non hanno più diritto all’ora d’aria; hanno solo ora in cui possono uscire dalle celle, tempo nel quale devono anche usare il bagno.
Il movimento delle donne prigioniere e degli uomini palestinesi sta vivendo una condizione estrema, ma trova sempre dei nuovi modi inventivi e creativi di resistenza, fino a che tutti e tutte saranno libere.
Abbiamo intervistato Asia, ricercatrice indipendente che svolge una ricerca sulla condizione e sulle lotte delle donne nelle carceri israeliane:
La lotta delle prigioniere palestinesi dalle carceri israeliane
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Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/ giovedì 22 febbraio 2024
Zardins Magnetics di giovedì 22 febbraio 2024
Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.
Gli argomenti:
✓ “Siete fuori dalla legalità”. Italia 1982. Un ex brigatista ricorda
✓ L’origine della “soluzione a due Stati” in Palestina e perché è coloniale, iniqua e impraticabile
Ascolta la diretta:
FM 90.0 MHz
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venerdì 23 sciopero generale/sabato 24 manifestazione nazionale a Milano!
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Grazie al Campetto occupato!
Grazie al Campetto Occupato per l’iniziativa e l’ospitalità!
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“Ringraziamo tutte le persone che in questo fine settimana sono passate al Campetto:
A Coordinamenta Femminista e Lesbica per la proiezione di Women in STRUGGLE e per il dibattito, all Assemblea per la Palestina Pescara per la serata e per il benefit per Gaza e tutte coloro che hanno cantato e suonato nella serata.
E poi la domenica a chi ha fatto i mercatini ed al collettivo Terra e Libertà con l’interessantissimo e necessario dibattito sugli OGM e sull’ecosistema in cui siamo inseriti e la direzione in cui stiamo andando…”
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A Verona contro la Fiera delle armi!
Contro la Fiera delle armi, scendiamo per le strade di Verona/sabato 17 febbraio!
FERMIAMO IL GENOCIDIO IN PALESTINA! DISARMIAMO ISRAELE! DISARMIAMO TUTTE LE GUERRE!
DISARMIAMO L’ITALIA, IL NEMICO È IN CASA NOSTRA!!
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Bologna 18 febbraio 2024/ Dubitare, Disobbedire, Unirsi!
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Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/giovedì15 febbraio 2024
Zardins Magnetics di giovedì 15 febbraio 2024
Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.
Gli argomenti:
✓ Un esempio di estrattivismo: l’ “oro bianco” (il litio). Pseudomiti contadini e francescanesimo che destabilizza
✓ Ancora pensieri contro Stati e frontiere
Ascolta la diretta:
FM 90.0 MHz
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