Molte donne hanno fatto la Resistenza, molte sono state staffette, vivandiere…..aiuto logistico…tante sono state in armi.
Nelle situazioni emergenziali spesso i ruoli impostati dal sistema socio-economico e patriarcale vengono modificati, messi in crisi, se non ribaltati.
Le scale di valori si ricostituiscono, sul campo, in equilibri e configurazioni diverse.
Alle volte è lo stesso sistema a richiedere una temporanea modificazione dei ruoli, come nel caso delle donne chiamate a lavorare in fabbrica durante le guerre, quando gli uomini sono al fronte.
Altre volte, come durante la Resistenza, è la necessità della lotta che porta uno scompaginamento dei ruoli,compresi quelli di genere
Ma, una volta finita l’emergenza, una volta tornata la così detta “normalità”, si ripropongono prepotentemente i ruoli funzionali al sistema.
Le donne vengono ricondotte nei ranghi, tutt’al più ottengono a cascata alcuni diritti.
Questo è il senso del voto alle donne nell’immediato dopoguerra
Questo è il senso della legge sull’aborto dopo gli anni ’70.
I cambiamenti culturali sono il frutto delle lotte che tentano di incrinare il modello precostituito e non viceversa.
Chissà quante volte,rispedite a casa, le donne della Resistenza hanno sofferto di rabbia e di dolore perché avevano sperato e sognato.
Le partigiane hanno messo in gioco la loro vita non solo per cacciare i tedeschi, non solo per abbattere una dittatura, ma contro l’ideologia fascista che, oltre ad essere uno strumento che la borghesia usa nei momenti di necessità, oltre ad essere violenza e prevaricazione, gerarchia razziale e sociale ,è anche precisa collocazione della donna in un ruolo subalterno e di servizio in una cultura fallocentrica e sessista.
Il femminismo è antifascista!
Il femminismo è scardinamento dei ruoli su cui si basa questo sistema patriarcale e capitalista!
Il femminismo è lotta di genere e di classe!
Le coordinamente
Buon 25 Aprile a tutt*!