Sul presidio del 5 settembre al Cie di Ponte Galeria

Sul presidio solidale e le proteste nel CIE di Ponte Galeria

Sabato 5 settembre un centinaio di solidali sono tornati/e sotto le mura
del CIE di Ponte Galeria. Il presidio, che ormai da un po’ di tempo di
si svolge una volta al mese, è iniziato verso le 18,00 andando avanti
per circa un paio di ore.

Sin dal primo pomeriggio, le persone recluse hanno portato avanti
proteste vivaci attendendo l’inizio del presidio solidale. I detenuti
della sezione maschile, una volta usciti nel cortile dopo il pranzo,
hanno provato a resistere e restare fuori dalle celle per sentire meglio
le urla, la musica e le parole che sarebbero arrivate dopo poche ore dal
presidio all’esterno.
Come d’abitudine, di fronte al tentativo di resistenza dei ragazzi, le
guardie sono arrivate con cani e manganelli ed hanno rinchiuso tutti
nelle celle. Per rispondere a questo ennesimo sopruso, alcuni materassi
sono andati in fiamme e dei fuochi sono stati accesi in alcuni cortili
comunicati tra le celle.
Immediato l’intervento degli operatori di Acuarinto e delle forze
dell’ordine che hanno spento le fiamme rivolgendo gli idranti anche
contro le persone recluse.

A poco è servito questo ennesimo tentativo di isolamento e divisione tra
dentro e fuori: una volta arrivati i solidali e montata
l’amplificazione, le risposte da dentro si sono fatte sentire con urla e
battiture. Per più di mezz’ora musica e interventi dal microfono aperto
si sono susseguiti, insieme al lancio di petardi e di palline da tennis
con messaggi di solidarietà e il numero di telefono contro le
espulsioni. Anche questa volta le mura della struttura sono state
oltrepassate!

Dopo un po’ di tempo i solidali si sono spostati verso la sezione
femminile. Prima però è stato consegnato del cibo, come richiesto dai
detenuti. Ricordiamo che un motivo ricorrente delle proteste dentro il
CIE è proprio il cibo che viene passato, che è pessimo e a volte scaduto
e marcio. Questa operazione è durata un po’ di tempo, perché le guardie
davanti il cancello, come ogni volta, hanno dovuto chiamare gli
operatori e seguire tutta una trafila burocratica per la consegna,
invocando regolamenti che cambiano sempre in base alla situazione. Alla
fine qualcuno/a è riuscito/a ad entrare, e sappiamo che il cibo è
arrivato solo oggi.
Davanti al femminile si è ripetuto quello che era stato fatto al
maschile, con musica interventi e lanci. La risposta delle ragazze è
stata incredibile ed emozionante! Le grida “libertà, libertà” si univano
ai cori del presidio, alle battiture fatte sia dentro che fuori, alla
gioia e alla rabbia. Anche qui si è rimasti per più di mezz’ora.

Segnaliamo la presenza massiccia delle forze dell’ordine (quasi il
doppio rispetto al solito) e l’atteggiamento molto provocatorio della
Digos che è stata letteralmente attaccata ai manifestanti per quasi
tutto il tempo, nonostante i numerosi “inviti” ad allontanarsi.

Questo è stato il primo presidio a Roma dopo un lungo agosto dove nei
CIE di tutta Italia ci sono state proteste continue, e in tutta Europa,
persone provenienti da ogni dove hanno sfidato le frontiere e la polizia
che le difendeva. La cosiddetta “emergenza migranti” tanto sbandierata
sui media è invece una lotta quotidiana di tanti e tante, ed è così che
bisogna pensarla. L’Europa sta combattendo una “guerra di frontiera” che
forse per numeri e dispositivi messi in campo non ha precedenti, almeno
se consideriamo gli ultimi cinquanta anni. È necessario farsi trovare
pronti perché in gioco ci sono le vite e la libertà di tutti e tutte.

Tornare sotto le mura dei CIE con intelligenza e rabbia, gioia e
determinazione è sempre più importante.
Finché non verranno abbattute le frontiere e ogni galera.
Nemici e nemiche delle frontiere

da Femmilistanocie mailing list

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