“Lo abbiamo detto più volte”
di Noemi Fuscà
Lo abbiamo detto più volte, essere femministe significa necessariamente essere antifasciste.
E antirazziste, ci sembra ovvio. Qualche giorno fa siamo state insieme, compagne e compagni, a Battistini per contro-presidiare Casapound con i suoi comitati anti-degrado, maschere a detta loro popolari, da portare di norma a presidiare o a pulire aiuole, o peggio a cancellare muri. Invece il degrado sono loro in quanto sfruttano la guerra tra poveri per innescare moti di odio nei confronti del diverso, con l’unico scopo di dividere, di mantenere una società di natura fascista.
Come femminista, quindi, perché è necessario stare lì, a contro-presidiare i fascisti, o scendere in piazza per il diritto alla casa? Perché non voglio che passi la cultura fascista del dominio, della proprietà privata, del corporativismo. Oggi i neofascisti del III millennio hanno imparato un linguaggio diverso, si sono ripuliti e hanno ripreso temi e modalità da socialdemocrazia. Questo non migliora le cose anzi le rende peggiori, più difficili spesso da decostruire, perché si nascondono dietro parole come diritti sociali.
Le azioni contro il degrado di cui parlano loro sono la xenofobia contro rom, vagabondi, migranti senza casa perché sporcano o sono brutti da vedere, danno fastidio al turista che vuole vedere la città eterna, rompe i sogni di ogni piccolo borghese che abita questa città. Il problema della casa è reale, ma la maggior parte della gente non vuole vedere la crudezza del capitalismo: toglie tutto, dignità e vita ai poveri e in quest’ultima fase ha massacrato anche la media e piccola borghesia.
Vi voglio ricordare che come femminista è molto importante individuare i propri nemici, per identificare anche le forme di lotta da mettere in campo, scegliere le più adatte. I nostri nemici sono tutti quelli che ci tolgono anche i sogni. Perché il problema non è certo quello che sbandierano i fascisti in maniera strumentale e falsa e cioè che le case vengono date ai rom o ai migranti, ma che la casa la vogliono togliere a tutti, vogliono che sia esclusivamente un bene di proprietà quindi per pochi. Noi la casa invece la vogliamo sempre per tutte e tutti, e sappiamo anche che ciò sarebbe possibile requisendo gli immobili vuoti dei palazzinari.
Scendo e scenderò sempre in piazza contro i fascisti e contro questo sistema, di cui i fascisti sono parte integrante e strumento, perché sono femminista e loro costruiscono i ruoli dove veniamo rinchiusi tutte e tutti, vorrebbero che recitassimo una parte e nel caso ci vada stretta siamo soggetti pericolosi da reprimere. Questa è una concezione nazista del mondo, che ci vuole divisi in categorie decise dal sistema capitalista e patriarcale e tutto questo, sia chiaro, riguarda tutti voi anche maschi.
Stare in piazza, come è successo l’altro giorno, contro Casapound significa opporsi alla strumentalizzazione che questi soggetti fanno del lutto e delle tragedie che colpiscono la gente. La morte per noi è un momento di dolore, ma anche di presa di coscienza collettiva, ma non può essere demagogicamente usata per strumentalizzare la gente.
In questo modo ci derubano anche della possibilità di stringerci insieme per una morte.
Vogliono ghettizzarci, rinchiuderci in gabbie, sono loro che ci uccidono in mille modi, sono loro i cani da guardia di questo sistema che li ha sempre usati per eliminare gli oppositori e far sì che non cambi nulla.
Noi però sappiamo cosa è la solidarietà, e questo ci rende forti anche di fronte alle cariche della polizia a difesa della così detta legalità, del giustizialismo e dell’autoritarismo.
Per questo una femminista è necessariamente antifascista e sarà sempre dove si costruiscono forme di resistenza nei territori consapevole che molto probabilmente queste lotte saranno represse non soltanto con le forme violente attuate dai fascisti, ma anche con le armi della così detta “via legale”, con la delega, la burocrazia, l’individualismo, la concezione del se ti comporti bene non ti succede nulla. E invece noi siamo cattive ragazze e saremo sempre sulle barricate perché quando ci parlano di sicurezza noi sappiamo che significa repressione, quando ci parlano di degrado noi sappiamo che ci sono altre gabbie pronte per noi .
Per questo mi sentirò sempre legittimata a scendere in piazza contro i fascisti, proprio perché sono femminista.