Chi siete? dove andate?…quanti siete? che cosa portate?
Un fiorino!
Riceviamo da Venezia e volentieri pubblichiamo!
Dopo tanti proclami è partita l’introduzione del cosiddetto “ticket di accesso” per entrare nel museo-Venezia: un provvedimento voluto da anni da chi si è arricchito sulla turistificazione della città.
Non si fosse ancora capito lo ribadiamo qui: nessuno o quasi pagherà un centesimo di tributo, tanto ampio è il ventaglio di esenzioni previste. Chiunque dovrà però autocertificarsi. Giustificare, documenti alla mano, il motivo dei propri spostamenti, la bontà delle proprie intenzioni per varcare un checkpoint.
Proprio come fossimo in guerra.
Una nuova, ennesima frontiera, modulabile a seconda delle esigenze di turno: le calli troppo piene nei giorni di punta, il propagarsi di un contagio, una manifestazione non autorizzata. un’acqua alta eccezionale. Sarà ancora una volta un QR code, la nostra sintesi digitale, a sancire di volta in volta chi è fuori e chi è dentro. Chi potrà passare e chi no. Chi potrà pagare e chi dovrà nascondersi. Una schedatura tecnologica capillare in grado di generare milioni di pacchetti di dati ogni giorno.
Dati elaborati dall’intelligenza artificiale di quella Smart Control Room che, con l’introduzione del ticket, finirà per assolvere alla funzione per cui è stata creata: sorvegliarci, estrarre profitto e informazioni dalle nostre vite e abitudini.
A detta loro il 2024 sarà l’anno della sperimentazione.
Nostro compito è fare tutto il necessario per bloccare questo nuovo confine mobile. Boicottare il ticket, sabotare il controllo che esso impone. Ogni mezzo è buono. la creatività come unico limite diceva qualcuno.