Sassolini…

Antifascismo fuori tempo massimo

Nicoletta Poidimani

Particolare del murale dedicato alle partigiane Gina Galeotti Bianchi (nome di battaglia: Lia) e Stellina Vecchio (nome di battaglia: Lalla) nel quartiere Niguarda di Milano

Ma tu guarda: ci voleva l’assalto squadrista di sabato scorso perché cigiellini & C. si accorgessero che ci sono ancora in giro i fascisti e ne approfittassero per spostare l’attenzione dall’estensione, il 15 ottobre, del vessatorio lasciapassare verde in tutti i luoghi di lavoro indicendo per il giorno successivo un corteo – ohibò! – antifascista.

Dov’erano questi “sincerissimi democratici” quando Giorgio Almirante – noto antisemita ed ex capo di gabinetto del fascista MinCulPop, autore (tra l’altro) del Viaggio razziale per l’Italia pubblicato a puntate sulla «Difesa della razza», poi repubblichino e, ancora, fondatore e segretario, nel dopoguerra, del neofascista MSI – sedeva comodamente in parlamento?
Dov’erano quando, dopo la sua morte, le istituzioni locali gli hanno cominciato a dedicare strade e piazze?

E dov’erano quando Dax (2003), Renato Biagetti (2006) e Nicola Tommasoli (2007) (per dirne solo alcuni…) venivano ammazzati e noi scendevamo in piazza con la rabbia antifascista nel cuore?

Dov’erano quando, nel 2006, Forza nuova cercò di bloccare il Pride di Catania «con l’assenso del prefetto, del questore e dei più alti dirigenti della Digos» e noi supportammo i compagni e le compagne catanesi rispondendo con un Orgoglioso antifascismo?

Dov’erano tutte le volte che i neofascisti hanno teso agguati armati contro donne e uomini immigrati – di cui la strage di Firenze del 2011 e l’attacco di Macerata del 2018 non sono che due casi esemplari?

Dov’erano quando la canaglia nera organizzava presidi antiabortisti fuori dagli ospedali, coi suoi degni compari cattolici integralisti? E quando questa stessa canaglia stilava il proprio patto di sangue con la Lega?

Semplice: erano comodamente seduti sulle loro poltrone ad infamare l’antifascismo militante mentre concertavano allegramente, con lo stesso kapitale fautore della controrivoluzione preventiva, l’addomesticamento – quando non l’affossamento – delle lotte di lavoratori e lavoratrici sempre più precarizzati, ricattati e vessati.

La lista delle aggressioni neofasciste è lunghissima (si veda qui) e tutti costoro, col loro recente quanto dubbio singulto antifascista accompagnato dalle pacche sulle spalle col kapitale e i suoi più letali rappresentanti, non meritano un minuto in più del mio sacro tempo.

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