Buona estate!!!
S-VERGOGNAMOCI!!!la“campagna” estiva della coordinamenta
La vergogna è un sentimento che si prova quando si pensa di aver commesso qualcosa di sbagliato…e la domanda è: sbagliato rispetto a cosa, rispetto a chi?
Le scale di valori che si assumono a riferimento non sono neutrali, rispondono a scelte precise e, nella nostra società, a scelte di potere che vogliono far rispettare lo stato di cose presente, mantenere lo sfruttamento, la divisione in classi, la divisione in ruoli sessuati, l’autorità, la legalità, la “moralità”….
La sottomissione non si conquista solo con la coercizione e le punizioni, con il monopolio della violenza, con divieti, sanzioni e obblighi, ma passa anche attraverso l’interiorizzazione di questi divieti e di questi obblighi.
Indurre all’obbedienza con l’autocolpevolizzazione è più efficace.
Si spaccia per “normale” e per “naturale” l’esistente.
Veniamo spinte/i fin dalla nascita ad accettare e fare nostra una scala di valori che serve invece soltanto a perpetuare il dominio, in questo momento, inscindibilmente patriarcale e capitalista-neoliberista .
Il sentimento di vergogna si esprime nei più svariati ambiti….
…ci si vergogna di non avere un lavoro, di averlo perso, ci si vergogna di essere povere/i, di non avere una casa, di non poter pagare le bollette, l’affitto….ci si vergogna perché non si può pagare la retta della mensa scolastica e i bambini vengono additati addirittura dagli altri bambini…. Quante volte abbiamo pensato vorrei, ma meglio tenermi i soldi da parte; vorrei ma devo pagare l’affitto… e scatta in noi la difficoltà, la vergogna del non poter fare. Proviamo vergogna perché la povertà, nella società capitalista, non è solo una condizione economica, ma assume anche un valore morale: povertà è sinonimo di pigrizia, incapacità o perdizione. È segno che non sei stata in grado di farti strada, di venderti bene, significa che non hai “messo a valore” tutto il tempo che avevi a disposizione.
La vergogna è un mezzo di controllo sociale.
…ci si vergogna di rubare al supermercato, di avere una macchina vecchia o di non averla per niente… quante e quanti pagano il biglietto dell’autobus solamente per evitare di trovarsi in una situazione imbarazzante? O seguono la moda dell’abbigliamento e delle tecnologie perché si vergognerebbero ad andare in giro con qualcosa di antiquato?
La vergogna ci aiuta ad inserirci perfettamente negli schemi e nei ruoli che il capitale ha deciso per noi
….ci si vergogna di non poter andare in vacanza, di non avere i soldi per uscire la sera, di non poter andare al cinema o in piscina… Siamo consapevoli che il capitale ruba quasi tutto il nostro tempo: è palese per il tempo che impieghiamo nel lavoro e nelle attività paralavorative, ma spesso non ci rendiamo conto che anche il nostro tempo libero è nella stessa gabbia. I nostri desideri sono influenzati da logiche mercantiliste e concorrenziali, le nostre emozioni ed esperienze sono commercializzate, la diversità di ognuna/o di noi é occasione di profitto, e la nostra creatività è mercificata, quando non completamente sopita. il tempo libero è un tempo che ci viene concesso e dovrebbe invece essere trasformato in un tempo liberato dalle logiche della produzione e del profitto.
E, se non ci possiamo permettere di usufruire dell’offerta estiva delle istituzioni, ci troviamo relegate nei nostri territori, abbandonate a noi stesse, totalmente disabituate ad autorganizzare i nostri momenti ludici e di svago. L’autorganizzazione non è soltanto un momento tecnico, è un modo di vedere, di pensare, di agire, e, in questo modo diventa momento politico.
…ci si vergogna di essere diverse/i da quello che la gente definisce “normale”.. lesbiche, trans, gay.. ma anche di dire che ci piace il sesso o che non ci piace per niente, di dire che non vogliamo affatto mettere su famiglia, ….che non ci interessa la casa con il mutuo o che non ci piace affatto lavorare… …
ci si vergogna di essere andate/i in carcere o di avere parenti in galera…..