Contributo tratto da ” Coscienza illusoria di sè” di Elisabetta Teghil
Sulla via di Damasco
del 2/07/2012
Poco tempo fa ho riportato la citazione di Marx dove dice che gli avvenimenti
avvengono due volte, la prima in versione tragica, la seconda in farsa.
A pochi giorni di distanza mi tocca dargli di nuovo torto. Ma, si sa, come
diceva Freud, bisogna uccidere il padre per diventare adulte/i.
Quello che sta succedendo in Siria è la ripetizione di quello che è accaduto
in Libia, ma in entrambi i casi si tratta di una tragedia.
E l’una e l’altra non hanno niente a che fare con la primavera araba.
Non c’è nessuna sollevazione popolare, ci sono unità speciali inglesi e
statunitensi che dirigono e supportano logisticamente truppe qatariote e
mercenari arabi, ingaggiati nella galassia dei gruppi fondamentalisti.
Certo, incontrano maggiori difficoltà rispetto alla Libia perché non possono
intervenire le truppe Nato, non avendo l’ombrello-alibi dell’Onu. E, questo,
perché la Russia e la Cina hanno posto il veto al presunto “intervento
umanitario” in Siria.
E non certo perché sono buone o sensibili ma perché hanno consapevolezza di
essere loro, attraverso il successivo passaggio dell’Iran, il vero obiettivo.
Non ci faremo irretire in una discussione sulla natura dei governi di
Gheddafi e di Assad. Se qualcuna/o ci farà notare che sono “regimi”, converremo
che è vero, ma non si può fare uso selettivo del termine, a seconda della
convenienza.
Inoltre è tradizione degli interventi anglo-americani rovesciare regimi e/o
governi laici per sostituirli con regimi integralisti ed oscurantisti.
E’ vero che nei paesi arabi non esiste una “società civile” laica e, magari,
di sinistra, ma si dimentica volutamente che questo non è casuale o l’ha voluto
il Fato, ma è dovuto all’eliminazione fisica da parte dei regimi filo-
occidentali o direttamente da parte delle potenze occidentali, di ogni forma
altra che cerchi di organizzarsi in quei paesi.
Due esempi per tutti.
Il precedente illustre di Mossadeq, anziano esponente della media e alta
borghesia iraniana, nominato primo ministro con regolari elezioni, rovesciato
perchè voleva rimettere in discussione le percentuali delle royalty delle
compagnie petrolifere inglesi.
Ed ancora, il governo afghano, a guida comunista, senza entrare nel merito di
cosa significhi questo termine riferito all’Unione Sovietica e a governi, aree
e partiti affini, dove erano presenti sette donne ministro e il cui più grave
crimine era proprio l’alleanza con l’Unione Sovietica.
Per inciso ( potenza mediatica statunitense!) quando si parla di invasione
dell’Afghanistan ci si riferisce all’intervento delle truppe sovietiche
richiesto dal governo di Kabul nell’ambito di un patto fra i due Stati, e si
salta a piè pari che è in atto un’occupazione da parte delle truppe
statunitensi da anni in Afghanistan.
Ma riprendiamo le fila del discorso.
Questi interventi hanno come effetto quello di scatenare l’avvento del peggio
e del più retrivo di quei paesi: il sanguinoso regime di Reza Pahlavi in Iran,
che ha creato le condizioni per l’ascesa al potere di Khomeini, e i talebani in
Afghanistan.
Ma,ora, c’è qualche cosa di nuovo e di diverso nel panorama politico
internazionale.
Gli Stati Uniti sono sempre stati una fabbrica di colpi di stato con
conseguenti, relative dittature.
Che c’è di nuovo che emerge dalle vicende afghane, irachene, libiche e
siriane?
Il ritorno del colonialismo, caratterizzato dall’intervento delle truppe Nato,
vero e proprio esercito coloniale che occupa militarmente i paesi del terzo
mondo attuando su scala industriale terrorismo.
Il terrorismo nella definizione internazionale è l’uso di violenza nei
confronti di civili,
in scenari di guerra e non, allo scopo di terrorizzare e ricattare la
popolazione.
In pratica e per fare un esempio, i bombardamenti della Nato sulla Libia.
A proposito della Libia , non sono mai stati forniti i dati sui bombardamenti
e le esecuzioni di massa degli eserciti di occupazione e possiamo presumere che
siano numeri molto importanti. E, per la ricostruzione del paese, niente
paura!, sarà la Libia stessa a pagarla con le sue ricchezze ai suoi invasori.
E,in un crescendo di falsità, a cui tanti/e, troppi/e, fingono di credere, è
stata divulgata la notizia menzognera del massacro di massa delle popolazioni
locali da parte del governo, ricostruendo il tutto,come in un set
cinematografico, in Arabia Saudita. Il precedente illustre è Timisoara.
Ora si snocciolano cifre importanti circa la morte di civili in Siria, ma ci
si dimentica di dire chi ne è l’autore.
Pochi giorni fa un aereo turco ha violato lo spazio aereo siriano ed è stato
abbattuto. La Turchia ha chiesto l’intervento della Nato, dimenticando
volutamente che l’intervento è previsto in caso di aggressione e questo
episodio non rientra nella fattispecie.
E’ la versione attualizzata dell’incidente del Golfo del Tonchino. Incidenti
falsi e/o provocati artificialmente,giustificano aggressioni militari.
Siamo passati dalla stagione postcoloniale a quella neocoloniale.
Perchè tutto questo? Governanti cattivi? Errori? Niente di tutto ciò.
Più semplicemente corrisponde allo stadio di sviluppo del capitalismo che,
nella stagione neoliberista è caratterizzato da una lotta senza quartiere per
la ridefinizione dei rapporti di forza tra gli Stati e le multinazionali.
Per inciso, questo è il senso di quello che sta accadendo attualmente anche in
Europa, seppure con altri mezzi.
Gli Stati Uniti e l’Inghilterra sono all’offensiva. Sottraggono la Libia
all’Italia e invadono paesi non allineati ai loro interessi politico-
economici.
Nella stagione coloniale portavamo la civiltà e le strade, oggi la democrazia
e il progresso. Una volta al seguito delle truppe coloniali c’erano i
missionari, oggi le Ong e le Onlus. L’opinione pubblica, una volta, veniva
preparata attraverso i giornali e le parrocchie, oggi si ricorre ai media e ad
una pletora di organizzazioni di vario tipo dai nomi accattivanti e fuorvianti,
vere e proprie protesi delle Agenzie statunitensi.
Una volta la benedizione agli interventi militari la dava dio, oggi le
organizzazioni internazionali e umanitarie con il supporto della così detta
sinistra radicale che si ritrova sempre a fare le manifestazioni solo fuori
dalle ambasciate di quei paesi che di lì a poco saranno oggetto di
aggressione.
E il neocolonialismo ha trovato nel pinkwashing, cioè l’uso strumentale della
difesa delle minoranze sessuali, una modalità eccellente.
Solo e soltanto nei paesi asimmetrici agli interessi anglo-americani ci
“sarebbero”diritti violati delle diversità sessuali e delle donne, con un
fiorire, per esempio, di blogs di lesbiche che chiedono aiuto e magari si
scopre che sono uomini e, guarda caso, americani e canadesi, e il volto è stato
carpito a qualche ignara donna locale. Tutto ciò, tra l’altro, con grave danno
di chi è perseguitata veramente.
Interesse per le minoranze che viene meno una volta mandati al potere governi
“graditi”.
A proposito, che fine hanno fatto le lesbiche libiche? E i campi di
concentramento/contenimento in cui sarebbero state rinchiuse e stuprate in
Libia le donne, sono stati smantellati? E gli accordi per i respingimenti sono
stati annullati o rinnovati? E le autorità locali come svolgono il loro
lavoro?
E il neocolonialismo veicola in maniera potente il razzismo all’interno delle
popolazioni occidentali.
Dovendo far passare i nostri interventi militari come “umanitari” presentano
le popolazioni del terzo mondo come ignoranti, incapaci di sapersi gestire,
retrive e bisognose dell’intervento dell’”uomo bianco”, buono, civile e
disinteressato.
E’ chiaro che attraverso l’idea della superiorità occidentale si rafforza il
razzismo che,per trascinamento, viene applicato a tutte/i quelle/i che vengono
percepite/i, anche qui da noi, come “inferiori”, incapaci, limitate/i, non
adatte/i a questa società.
E’ in questo clima che vengono accettati, dalle popolazioni occidentali i Cie,
che esistono in tutta Europa, come una necessità , invece di riflettere sul
fatto che l’introduzione del principio della detenzione per condizione e non
per reato e la riduzione dei comportamenti e delle situazioni personali a reati
penali, apre, proprio per noi, scenari di controllo sociale impensabili.
Il colonialismo è come un fuoco d’artificio che ,una volta esploso, ricade a
cascata sulla vita dei paesi occidentali. Non solo crea i Cie , il razzismo
dilagante e la violenza contro le diversità, ma anche la pratica
dell’occupazione di tipo colonialista di aree dei nostri territori ,come a
L’Aquila o in Val di Susa, e la trasformazione degli eserciti nazionali in
truppe d’occupazione interne con le popolazioni locali presentate, come i
popoli del terzo mondo, senza storia e senza memoria, non riconoscendo loro lo
status di soggetti politici, negando la dimensione della lotta di classe e di
genere qui da noi e la dimensione antimperialista alle lotte del terzo mondo.
E, ottenuta la pacificazione dei territori nazionali “colonizzati” sarà dato
spazio anche qui da noi a forme di paternalismo, promuovendo sul campo quelle
associazioni e quei soggetti che si presteranno a gestire le briciole del
banchetto e a trasformarsi in ascari locali.
Altre due novità:
Una riguarda specificamente l’Italia. L’aggressione alla Libia ha visto per la
prima volta un partito, il PD, sposare non la causa di una frazione della
borghesia nazionale
ma quella degli interessi anglo-americani.
L’altra riguarda tutta l’Europa. L’alibi con cui la socialdemocrazia
giustificava il colonialismo è venuto meno. Il neocolonialismo non porterà
nessun vantaggio diretto e/o indiretto ai cittadini dei paesi occidentali.
Il neocolonialismo,articolazione del neoliberismo, per potersi realizzare, ha
potuto contare ed utilizzare la socialdemocrazia che, diventata destra moderna,
ha trasformato i partiti locali in agenzie territoriali delle multinazionali e
i suoi dirigenti in funzionari delle stesse.
Saddam Hussein, alla vigilia dell’invasione dell’Iraq, disse che quella
sarebbe stata la madre di tutte le guerre.
Si sbagliava, perchè questa caratteristica appartiene all’invasione e allo
smembramento della Jugoslavia.
La lunga strada verso Damasco è cominciata da Belgrado.
Questo è stato possibile perchè in Europa erano al governo i
socialdemocratici, comunque si chiamassero, in Germania era Cancelliere Gerhard
Schroder dell’SPD, in Francia primo ministro Lionel Jospin del Partito
Socialista ,in Inghilterra primo ministro Tony Blair del Partito Laburista e
in Italia primo ministro D’Alema , con il PdCI che faceva parte dell’esecutivo,
e segretario generale della Nato era un alto dirigente del PSOE ,Javier
Solana.
Ed abbiamo assistito al ritorno della guerra in Europa, sia pure in forma di
aggressione unidirezionale.
Non si tratta di fare il tifo per Assad o per Gheddafi, ma, molto più
semplicemente, di raccontare le cose come stanno, rifiutando di essere complici
e di farsi ridurre a megafono delle avventure neocoloniali della Nato.