La Parentesi di Elisabetta del 23/04/2014

 “Una società ottocentesca, medioevale, nazista.”

La società neoliberista si sta caratterizzando per tre aspetti  che si combinano e si supportano: è una società con caratteristiche ottocentesche, medioevali e naziste.

società vittoriana  le corporazioni medioevali  società nazista 1

E’ una società che sta riproponendo condizioni di vita proprie dell’800, situazioni di degrado del tempo di Dickens. Le avvisaglie ci sono già: i bambini che non pagano la mensa nella scuola pubblica possono venire allontanati, devono mangiare in disparte il panino portato da casa ( e se non lo hanno?), Emergency ha creato, anche qui in Italia, postazioni mediche volanti per le strade, cosa già attuata da anni nella “civile” Inghilterra, perché è moltissima la gente che non può accedere alla sanità pubblica, in Spagna i migranti muoiono di tisi per la strada perché la sanità pubblica è riservata solo ai residenti. Il quadro istituzionale tende a riproporre i collegi uninominali, forma di conservatorismo sociale.

E’ una società con caratteristiche medioevali perché ripropone in maniera forte le corporazioni, le lotte categoriali e le associazioni di categoria , le tutele avvengono per gruppi sociali che si riconoscono in un mestiere, in una condizione, come avviene anche per le donne, per gli omosessuali, per i migranti…. La borghesia transnazionale si pone come una nuova aristocrazia.

E’ una società di stampo nazista  per il trascinamento sempre più evidente dallo Stato di diritto allo Stato etico,  per la pretesa di normare ogni aspetto della vita, compresa la sfera personale, sessuale, ludica…Per l’affossamento di tutte le forme politiche  di mediazione, partiti, sindacati, forme di rappresentanza parlamentare  e per la tendenza al governo diretto dell’iper-borghesia, di chi detiene il potere economico, per l’asfissiante controllo sociale con l’utilizzo di ogni possibile tecnologia.

I socialdemocratici/che hanno rinunciato al loro compito storico di intendere la politica come arte della mediazione e del compromesso e sono diventati i missionari del verbo neoliberista. I riformisti/e si trovano a loro agio in questa società a cui vendono testa e  cuore in cambio di promozione sociale personale a danno anche di tutti e tutte quelli/e dalle cui file provengono.

Con l’emancipazione usata come mezzo di promozione personale e non come strumento di un percorso articolato di liberazione, le donne che ricoprono un ruolo nelle istituzioni, ma anche quelle che, a vario titolo si identificano nei meccanismi di questa società, le donne in carriera che credono nella meritocrazia, nell’autorità ,nella gerarchia, quelle in divisa che lavorano nelle istituzioni totali e nel controllo, quelle che usano la professionalità per contribuire all’assoggettamento delle personalità così dette devianti, non omologate, refrattarie a questa società, le esperte del comportamento, ma anche tutte quelle che, lavorando nei media, le intellettuali, le insegnanti, si prestano ad essere veicolo privilegiato del pensiero unico dominante, perpetuano l’oppressione su tutte le altre donne.

Paradossalmente, sembrerebbe una contraddizione ma tale non è, nel momento in cui i riformisti si fanno Stato, la legalità diviene patrimonio portante dei partiti e dei partitini socialdemocratici e la condotta antisociale,anche quella della sfera comportamentale che non veniva assunta come giuridicamente rilevante, è soggetta al sistema punitivo e condotta dentro i canoni della criminalità generica, e tanto più tutto ciò vale per la militanza politica.

Terrorismo di Stato e terrorismo riformista sono la prospettiva storica verso la quale il capitale tende, attraverso la quale ripropone il proprio regime di sfruttamento.

Noi non ci stiamo ,non abbiamo nessuna intenzione di renderci  complici  del riportare gli oppressi/e… le donne…le diversità.. i neri/e….al loro posto, del perpetuare gerarchie, ruoli, sistemi di lavoro che sono quelli che caratterizzano questa società.

Occorre rompere la compatibilità del sistema capitalistico –patriarcale. Il territorio può essere il luogo della ricomposizione e delle alleanze di tutti i gruppi sociali colpiti dalla “così detta” crisi.

 

Questa voce è stata pubblicata in 25 aprile, Capitalismo/ Neoliberismo, La Parentesi di Elisabetta, Territorio e contrassegnata con , , , , . Contrassegna il permalink.